E se provassimo a piantare un albero?! Sì… un albero, che affonda ed abbraccia la terra, quell’albero che ognuno di noi porta con se nel suo DNA, l’albero della nostra storia, dei nostri padri, dei nostri avi…
A scuola vengono fatte studiare tante cose, tutto e niente, ma nessuno pensa a far conoscere ad ognuno la propria storia attraverso la raccolta dei racconti dei propri familiari, e poi la ricerca negli archivi comunali delle proprie origini, quelle che danno la fierezza di essere ed il rispetto. Rispetto della propria memoria e della memoria altrui, il rispetto nei confronti di chi ha faticato, di chi si è sacrificato inseguendo un sogno, il sogno di una futuro migliore per se e per le generazioni future. Un sogno che sarà possibile solo nel momento in cui ognuno di noi prenderà coscienza delle propria identità.
Fino a qualche decennio fa, i nonni erano la memoria storica di una famiglia erano come gli antichi cantastorie che facevano conoscere agli altri le gesta di chi li aveva preceduti, oggi invece la TV ha zittito le famiglie per raccontare spesso volgarità e false verità, che creano nelle nuove generazioni illusioni e frustrazioni.
L’albero di cui scrivo è quello genialogico, che penso possa essere per ognuno di noi una finestra sul passato ed un passepartout per il futuro; tante storie, tutte insieme, per ridare memoria e lustro ad un Sud calpestato, denigrato e ad oggi incapace di reagire. 
 
di Sonia Falace