È stata istituita la “Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano” dopo l’approvazione unanime del Comune di Napoli, al fine di “tutelare l’identità culturale della città di Napoli, valorizzandone i simboli e le tradizioni che la rendono unica nel mondo”. Sarà celebrata il 10 dicembre di ogni anno, giorno che coincide anche con la giornata del caffè sospeso e con la giornata internazionale dei diritti umani. L’iniziativa è partita dai consiglieri comunali Flavia Sorrentino, Fiorella Saggese e Gennaro Demetrio Paipais di Insieme per il Futuro, dopo aver accolto la proposta di Michele Sergio e Massimiliano Rosati del Gran Caffè Gambrinus.
Inoltre, per poter comprendere appieno l’istituzione di questa giornata, bisogna ricordare com’è nata la tradizione del caffè a Napoli e che poi si è diffusa in tutto il mondo. La prima città europea ad apprezzare questa pianta, originaria dell’Etiopia, fu Vienna, che le dedicava i raffinati caffè viennesi. Nella città partenopea il caffè si diffuse grazie a Maria Carolina D’Asburgo, figlia di Maria Teresa, che sposò il re Ferdinando IV di Borbone nel 1768. D’altronde, la bevanda era già conosciuta da tempo a Napoli, ma dato il suo colore nero, per la nota scaramanzia dei napoletani si pensava portasse male, e per questo motivo non si diffuse. Si racconta che nel 1771, nella Reggia di Caserta, fu organizzato un ballo dove venne servita questa bevanda e nacque così il primo caffè del Regno di Napoli.
Da questo momento in poi, la tazzina divenne sempre più gettonata nei tanti locali da caffè che iniziarono ad istituirsi nella città di Napoli. Col passare del tempo, arrivò pure la “cuccumella” nelle case, ovvero la caffettiera napoletana che consentiva a tutti di prepararsi un caffè da soli. Venne creata da un francese nel 1819, rivoluzionando il metodo di preparazione, dato che l’usanza turca prevedeva la cottura della polvere in acqua. A differenza della caffetteria, che prevedeva l’uso di un doppio filtro, preparando il caffè per infusione con acqua bollente fatta calare dall’alto. Fino ad arrivare alla creazione della moka, più pratica e veloce, inventata da Bialetti nel 1933.
Inoltre, possiamo dire che, ad oggi, il caffè è divenuto un vero e proprio simbolo della città napoletana, in grado di unire tutti i cittadini senza distinzione di rango sociale. Basti pensare all’iniziativa del caffè sospeso, che consiste nel pagare un secondo caffè, appunto sospeso, offrendo così a coloro che si ritrovano in difficoltà durante la giornata una tazza di caffè napoletano. Una dimostrazione d’affetto “tutta napoletana”.
(Erica Esposito)