Una conquista militare, massacri, saccheggi, deportazioni, smantellamento delle strutture produttive, l’inizio di una questione meridionale mai conosciuta prima e tuttora irrisolta, l’emigrazione meridionale (idem come sopra), diritti più o meno dimezzati per i cittadini del Sud rispetto a quelli del resto dell’Italia e dell’Europa con parametri negativi mai cambiati e spesso peggiorati in 160 anni se solo pensiamo a sanità, trasporti, vita media, lavoro… La vera celebrazione della “unità nazionale” ci sarà il giorno in cui, nel rispetto della nostra Costituzione, tutti gli italiani avranno gli stessi diritti. Noi, intanto, con amore e con rigore, continueremo a studiare, a diffondere e a difendere la (vera) storia delle Due Sicilie e a raccontare la (vera) storia dell’unificazione italiana e delle sue conseguenze spesso ancora attuali. Il tutto a meno che qualcuno non creda davvero alle favolette risorgimentali e (senza il coraggio di ammetterlo) non pensi davvero che i meridionali siano sempre stati e siano “bruttisporchiecattivi” ed è giusto che abbiano meno diritti degli altri.
Gennaro De Crescenzo
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