Senza entrare nel merito del dibattito in corso sulla legge Zan, il Movimento per il Nuovo Sud ha inviato ai parlamentari meridionali la richiesta di presentare un nuovo emendamento.
Manca, nella legge e nell’acceso dibattito in corso, qualsiasi riferimento ad un altro consistente gruppo di cittadini italiani: i circa 20 milioni di meridionali che subiscono discriminazioni da troppo tempo.
Da oltre un secolo e mezzo è nata e non è stata mai risolta una questione meridionale sempre più grave.
Da oltre un secolo e mezzo, senza alcuna soluzione di continuità, il Sud ha la metà dei diritti e dei servizi del resto dell’Italia con dati spesso drammmatici se si pensa al lavoro, alle nuove emigrazioni giovanili, alla vita media, alla mortalità neonatale, alla scuola o alla sanità. Oltre 800 i miliardi sottratti al Sud solo negli ultimi 20 anni “grazie” alla assurda applicazione del federalismo e dei criteri della “spesa storica” mentre aumentano i dubbi in merito alla reale assegnazione dei finanziamenti del Recovery Fund.
Il nuovo emendamento o la nuova legge-Sud dovrebbe prevedere punizioni severe, magari oltre che per le “discriminazioni basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità”, per chi discrimina i meridionali nelle scelte politiche, come nei tg, nei media, sui social o magari sugli stadi.
A questo proposito, sulla base di quanto previsto dalla legge Zan, si propongono dei “Centri Antidiscriminazione Anti-meridionale” con la possibilità di attuare una campagna di sensibilizzazione e di diffondere anche presso le scuole informazioni e notizie in merito alla questione meridionale e alla sua mancata risoluzione.
La denuncia riguarda l’intero Parlamento ed in particolare i politici meridionali che, di destra come di sinistra o di altri schieramenti, non rappresentano e non difendono il Sud in maniera adeguata e, soprattutto, non rispettano i “principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”.
MOVIMENTO PER IL NUOVO SUD