Recovery Fund e Sud: il Movimento per il Nuovo sud ha inviato al Parlamento Europeo una PETIZIONE (protocollo 28/4/21) per eventuali controlli e modifiche a favore delle regioni meridionali.

Nel piano è previsto il 40% dei finanziamenti per il Sud e il movimento neo-meridionalista ha richiesto al Parlamento Europeo di verificare se il piano rispetta i criteri europei secondo i quali all’Italia sono stati assegnati oltre 200 miliardi per colmare il DIVARIO NORD-SUD in particolare per le differenze per Pil e disoccupati. Con quei criteri al Sud sarebbe spettato il 65% circa dei fondi (60 MILIARDI in più di quelli previsti).
Il piano è stato approvato ieri (27 aprile 2021) da Camera e Senato senza alcuna opposizione dei PARLAMENTARI ITALIANI.
Per questo motivo il Movimento per il Nuovo Sud ha chiesto direttamente ai vertici del governo europeo un intervento nella speranza che rappresentino e difendano le istanze delle regioni meridionali.
Da 160 anni, del resto, le popolazioni meridionali sono costrette a subire discriminazioni che solo negli ultimi 17 anni gli hanno sottratto 840 miliardi di euro dimostrando che non si tratta di una “scarsa capacità di spendere”, secondo una tesi molto diffusa in questi giorni, ma anche di una mancata capacità o volontà di risolvere una questione meridionale che garantisce ai meridionali la metà circa dei servizi e dei diritti del resto degli italiani.
TESTO DELLA PETIZIONE PROTOCOLLATA IN DATA 28/4/21

PETIZIONE DEL MOVIMENTO PER IL NUOVO SUD AL PARLAMENTO EUROPEO

 

TITOLO: “Recovery Fund e fondi assegnati al Sud Italia: richiesta di eventuale controllo e modifica”:

– Il NextGenerationEU (NGEU) è stato istituito con il regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio. Questo ammontare è ripartito tra gli Stati membri per il 70 per cento, in base alla popolazione, al prodotto interno lordo (PIL) procapite ed al tasso di disoccupazione. I parametri relativi alla disoccupazione e al prodotto interno lordo procapite in Italia sono molto negativi per la grande crisi che da decenni coinvolge in particolare le regioni meridionali,  crisi meglio conosciuta come “questione meridionale”. Se l’Italia applicasse gli stessi parametri dell’UE, alle regioni meridionali dovrebbe essere assegnato il 65% circa dei fondi.

– Il governo italiano ha elaborato e approvato alle Camere il suo piano in data 27/4/21 e dal piano risulta che solo il 40% dei fondi sarà assegnato alle regioni meridionali dell’Italia; inoltre anche considerando le singole missioni del piano (al di là delle percentuali), gli interventi non sembrano andare nella direzione auspicata dall’UE (ALLEGATO 2).
– In una comunicazione inviata al Movimento per il Nuovo Sud dalla Commissione Europea Segretariato General Task Force Ripresa e resilienza (Ref. Ares 2021, 1776682, 11 marzo 2021 ALLEGATO 1) risulta che la Commissione Europea “valuterà se il piano contribuisce a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale e la convergenza e se risponde effettivamente alle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese […] anche per quanto concerne le sfide per superare i divari regionali”.
COPIA DELLA LETTERA DELLA COMMISSIONE AL MOVIMENTO a questo link commissione europea
– Si richiede se, con tali premesse, è possibile un intervento di controllo e/o modifica del Piano del governo italiano per aumentare la percentuale dei finanziamenti alle regioni meridionali al fine di “superare i divari regionali”.
DOCUMENTI ALLEGATI
1) Copia della comunicazione della Commissione Europea al Movimento per il Nuovo Sud

2) Link del Senato della Repubblica Italiana con disposizione sul 40% dei fondi assegnati al Sud