Secondo i dati forniti da Il Sole 24 Ore, la Federico II di Napoli risulta nelle ultime posizioni in una classifica generale delle Università italiane. I parametri utilizzati dal quotidiano sono l’attrattività, la sostenibilità, le possibilità di stage, la mobilità internazionale, le borse di studio, la dispersione, l’efficacia, la soddisfazione, l’occupazione conseguente la laurea, la ricerca. Eppure ci sono classifiche meno pubblicizzate secondo cui l’Ateneo napoletano, i suoi docenti, i suoi studenti non sono poi così male. La Qs Top Universities è una delle più qualificate agenzie mondiali di ranking accademici e qualche settimana fa ha pubblicato dei dati molto interessanti che vanno a screditare l’immagine impietosa offerta dal quotidiano italiano. Qs Top Universities analizza nello specifico i diversi settori del sapere: in particolare il Dipartimento di Ingegneria civile – strutturale della Federico II figura all’80esimo posto fra tutte le università del mondo, che sono migliaia e migliaia. L’intero settore ingegneristico della Federico II figura nelle prime 300 posizioni. Inoltre tra le classifiche proposte, uno dei parametri utilizzati dalla qualificata agenzia Qs è quello H-index, che si basa sulla prolificità e sull’impatto del lavoro degli scienziati, sia in base al numero delle loro pubblicazioni sia in base al numero di citazioni ricevute. Secondo quest’indice l’Area di Ingegneria civile – strutturale della Federico II è di gran lunga la prima in Italia con 85,9 punti (il Politecnico di Milano è al secondo posto con 80,4 punti) ed è al nono posto al mondo superando addirittura la Stanford University ferma a 78,9 punti. A “postare” le classifiche sul suo profilo Facebook è stato il Professor Edoardo Cosenza, docente di Tecnica delle Costruzioni ed ex Assessore alle Opere e Lavori pubblici della Regione Campania che ha esultato invitando i nostri giovani ad apprezzare il valore della ricerca della Federico II, evitando di emigrare per “puro esotismo”. Gaetano Manfredi, rettore della Federico II, commenta con soddisfazione le classiche di Qs aggiungendo di non trascurare i Dipartimenti Umanistici dell’Ateneo, posizionati più in basso in classifica solo per il fatto che Qs tiene conto unicamente degli studi in lingua inglese e che gli Umanisti pubblicano prevalentemente in italiano: da questo punto di vista tutti gli Atenei italiani necessitano di una svolta in tal senso. Insomma contrariamente alle più inflazionate e pubblicizzate classifiche italiane, la Federico II è un fiore all’occhiello della ricerca internazionale. Alla scoperta delle classifiche nascoste, quando l’eccellenza è dietro l’angolo.
Domenico Matania