Abbiamo letto le note di presentazione di un libro curato dal prof. Mariano D’Antonio e intitolato “Chi ha cancellato la questione meridionale?”. In sintesi: 1) La questione meridionale è stata “cancellata dal dibattito politico”; 2) non è vero ed è da “vittimisti” pensare che questo sia avvenuto per l’egoismo delle regioni settentrionali che non vogliono più finanziare il Sud con tasse e contributi; 3) è tutta colpa del Sud, del “comportamento dei meridionali”, dei politici inefficienti o corrotti, del “debole spirito civico della
popolazione”; 4) è tutta colpa dei meridionalisti che “reclamano maggiori, indiscriminati finanziamenti pubblici”. Poco importa per D’Antonio che la corruzione sia in tutta l’Italia ed in proporzioni gigantesche al Nord (Parmalat, Monte Paschi, Mose o Expo gli ultimi esempi). Poco importa che per molti anni la Lega Nord abbia governato o (facilmente) condizionato i governi di turno al punto che “prima il Nord”, dati alla mano, non è solo slogan leghista. Poco importa che gli ultimi governi abbiano tagliato sistematicamente i fondi del Sud o che, intanto, redditi, occupazione e servizi al Nord siano in percentuali doppie rispetto a quelle del Sud. Ma la risposta ai quesiti che pone il libro li fornisce paradossalmente la stessa scheda del libro allegando alle note un curriculum del prof. che per circa 40 anni è stato docente universitario e quindi anche “formatore” eccellente dei nostri stessi politici, è stato giornalista ed opinionista di punta di testate locali e nazionali, assessore regionale e comunale, consigliere della Cassa per il Mezzogiorno, componente del Comitato per la programmazione economica per il ministero del Bilancio… Non abbiamo ancora letto il libro appena uscito ma ci sono due possibilità: A) il prof. D’Antonio è il primo intellettuale/politico che, da classe dirigente o ex classe dirigente, ha fatto autocritica con un saggio per quello che in questi anni è stato fatto o non è stato fatto al Sud. B) Il prof. D’Antonio ha scritto il solito libro in cui, per evitare di fare un minimo di autocritica o di puntare il dito verso chi lo meriterebbe, preferisce puntarlo contro i meridionali bruttisporchiecattivi: la stessa linea, di fatto, di leghisti o para-leghisti, l’alibi che i governi di turno cercano per cancellare dalle agende le questioni meridionali; e così magari il prof. preferisce puntare lo stesso dito contro quei neo-meridionalisti che denunciano quello che drammaticamente vedono e che non hanno mai chiesto incarichi neanche nei loro condomini… Buone possibilità, purtroppo, che la risposta giusta sia la B.
G.D.C.
G.D.C.