Il match interno contro i sardi si trasforma in un’altalena di gol imprevedibile e spettacolare che alla fine premia solo i ragazzi di Zeman in svantaggio fin dai primi minuti e per due volte capaci di riportare il match in equilibrio. Tre punti dilapidati e una partita sfuggita di mano per le grosse ingenuità commesse dalla retroguardia azzurra, inammissibili per una squadra che punta ad insidiare le prime della classe nel discorso scudetto. Higuain, Inler (insufficiente al di là del gol) e un ottimo De Guzman non bastano per garantire sonni tranquilli a Benitez che alla fine deve gestire la doppia delusione della vittoria sfumata e degli ulteriori due punti persi dalla vetta. Così ai microfoni Sky ammette: «Partita regalata».

NAPOLI. Ore 15. Il San Paolo è quello delle grandi occasioni, quarantacinquemila tifosi a sostegno della squadra che è in un periodo di forma straordinario. I ragazzi di Benitez sono imbattuti da sette giornate con un parziale di 17 punti totalizzati. In tribuna anche Lorenzo Insigne che viene accolto da striscioni e cori di incitamento: l’auspicio dei tifosi è di rivederlo presto in campo per dare il suo prezioso contributo alla causa azzurra. Non solo Lorenzo indisponibile, ma diverse pesanti defezioni (Mertens, Zuniga, Michu) che affollano l’infermeria destano più di qualche preoccupazione nei pensieri dell’allenatore. Ma Napoli-Cagliari è molto più di una semplice conta dei giocatori arruolabili: è la sfida tra Zeman e Benitez, due maestri della panchina, due scuole calcistiche a confronto. Il denominatore comune è il bel gioco, l’attitudine sempre propositiva delle squadre che allenano. La loro mentalità è agli antipodi di quella in prevalenza difensiva praticata generalmente dal calcio nostrano. Un gol in più dell’avversario, questa è la loro filosofia.

LA PARTITA. Benitez deve fare i conti con le assenze e getta nella mischia De Guzmán schierandolo, a sorpresa, alle spalle di Higuain. Hamsik si allarga sull’out di sinistra per colmare il vuoto lasciato da Insigne e Mertens, mentre riposano Albiol e David Lopez sostituiti da Henrique e Inler. Anche il Cagliari deve fare a meno di uomini chiave per il suo gioco, tra cui Conti, Avelar e Sau. Zeman non cambia comunque il suo credo calcistico: 4-3-3 con Ibarbo, Farias e Cossu a comporre il tridente d’attacco. I Sardi cominciano il match su buoni ritmi ed Ibarbo è subito intraprendente mettendo in apprensione la retroguardia azzurra. All’11’ si apre la festa del gol con la facile conclusione a rete di Higuain, lasciato inspiegabilmente libero di involarsi verso la porta su assist dalla rimessa laterale. Pochi minuti dopo De Guzmán si trova sul destro l’occasione del raddoppio, dopo un recupero straordinario del Pipita, ma il tiro termina di molto fuori. Gli azzurri sono in completo controllo del match e gestiscono il possesso partendo dai centrali di difesa, in particolare Koulibaly che Benitez impiega come vero e proprio regista arretrato. Alla mezz’ora arriva il raddoppio di Inler con un tiro velenoso dai venticinque metri che si insacca alle spalle del giovane portiere Cragno. L’esito della partita sembra ormai deciso, ma così non è: il Cagliari si libera improvvisamente di tutti i suoi timori e inizia a giocare come sa. Zeman sprona i suoi ragazzi perché è convinto – ed ha ragione – che il match sia ancora tutto da giocare. Al 33’ i rossoblu si rendono già pericolosi con un colpo di testa di Ceppitelli da due passi, respinto da Rafael con un buon riflesso. I sardi premono sull’acceleratore e impongono i propri ritmi ad un Napoli che appare svagato dopo il doppio vantaggio. Cinque minuti più tardi Ibarbo mette a segno un gol che da qualche minuto pareva scontato: con una splendida finta manda a vuoto Koulibaly e incrocia il tiro battendo Rafael. La rete arriva a coronamento di una splendida azione corale fatta di pochi tocchi e fulminee verticalizzazioni, tipica del calcio zemaniano. Il Napoli deve riorganizzarsi in fretta, ma la pausa a fine primo tempo non aiuta a metabolizzare la delusione per il gol preso: nel secondo minuto della ripresa, infatti, il Cagliari trova la rete del pareggio con Farias su uno schema piuttosto telefonato da calcio piazzato. Colpevoli in questo caso i difensori, troppo compassati, ma soprattutto Rafael che segue senza intervenire, con lo sguardo imbambolato, la traiettoria del pallone che attraversa tutta l’area piccola per poi essere spinta comodamente in fondo al sacco dall’attaccante cagliaritano. Il 2-2 questa volta sveglia gli azzurri che si spingono subito in attacco con Hamsik, in ombra per quasi tutto il match, lanciato verso il portiere da De Guzmán, ma il capitano calcia alto, forse a causa di una spinta. Ora la gara vede confrontarsi due squadre a viso aperto, sprezzanti dei tatticismi e prive ormai delle giuste misure tra i reparti. Al 50’ Higuain prova il tiro rientrando sul destro ma Cragno blocca senza problemi. Dopo una grandissima occasione sprecata da Crisetig a tu per tu con Rafael che devia in angolo, anche De Guzmán sale sull’altalena del gol con un colpo di testa spettacolare su assist di Maggio. Il migliore dei suoi sembra decidere il match a favore degli azzurri, ma la doccia gelata per i quarantacinquemila tifosi del San Paolo arriva da Farias al 67’: Koulibaly commette un errore d’impostazione e Ibarbo ne approfitta per avviare un’azione splendida tutta di prima che porta al definitivo pareggio dei cagliaritani. Nel finale il Napoli tenta l’assedio ma non ha i cambi giusti per mutare l’inerzia dell’incontro. Le ultime occasioni fioccano su entrambi i fronti e alla fine il pari sembra il risultato più giusto per un match così singolare.

IL POST PARTITA. Benitez dopo la gara si mostra arrabbiato, amareggiato per la vittoria gettata alle ortiche. «Dispiace per la partita regalata. Da quattro turni facevamo bene la fase difensiva invece oggi abbiamo ricommesso errori su disattenzioni che ci costano due punti. Avevamo iniziato bene andando sul 2-0. Non dobbiamo sprecare occasioni come questa». Parole pesanti che fanno riflettere. Purtroppo si è rivisto il Napoli formato Chievo, quello che non riesce a gestire le varie fasi del match e che viene colpito alla prima leggerezza compiuta dal reparto arretrato. Anche le pesanti assenze rischiano di essere un alibi fragile se considerate nel contesto generale dalla partita che non ha risentito più di tanto delle defezioni. Il discorso è uno: Se sei in doppio vantaggio non devi lasciare che l’avversario riapra la partita. Il resto è solo una logica conseguenza di questo errore. Se poi si aggiungono le problematiche ormai croniche degli azzurri come la difficoltà del reparto arretrato e dei mediani nella primissima fase di impostazione (anche Zeman nel post partita ha riscontrato nella mancanza di un regista il vero problema di questo Napoli) e una fragilità difensiva a tratti frustrante allora si comprende chiaramente come sia stato possibile compiere l’ennesima frittata della stagione. Ora serve ripartire subito e recuperare lo spirito delle precedenti partite. Il prossimo impegno è in trasferta, nella tana dello Sparta Praga. Gli azzurri avranno l’occasione di dimostrare che contro il Cagliari di Zeman si è trattato solo di un match anomalo, un incidente di percorso. Occorrerà fare la partita perfetta e Benitez avrà bisogno del suo vero Napoli. Perché in Europa non c’è possibilità d’appello. Perché in ballo c’è il primato.

Lunedì 24 Novembre 2014

Dario Di Pascale

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