Che il nostro Paese vanti il patrimonio enogastronomico più vasto al mondo, secondo solo a quello artistico e paesaggistico, e che in tale contesto la Campania con le sue produzioni si collochi in maniera importante e significativa è cosa ben nota.
Con quasi duecento produzioni a marchio DOP e IGP, una cinquantina di vini a marchio DOCG, centinaia di vini DOC e IGT l’Italia è infatti primatista mondiale nel settore agroalimentare di qualità, è altrettanto noto però che questo patrimonio sia soggetto da sempre a costanti tentativi di imitazione, consentiti dall’assenza di leggi internazionali adeguate, e, nel quadro di una generale tendenza massificatrice, dall’esistenza di norme e regolamenti poco chiari che assimilano il prodotto originale italiano ad altri di fattura affine, ma di altra provenienza. In molti casi si è sviluppata un’autentica industria del falso, completamente incontrollata, che spesso dietro una facciata pittorescamente tricolore cela sapori e abbinamenti assolutamente estranei al gusto e alla cultura enogastonomica italiana. Sicuramente su tutto ciò ha pesato lo scarso ruolo esercitato per tantissimi anni in sede europea, specialmente riguardo alla materia agroalimentare: per decenni, infatti, mentre la politica italiana era intenta a dirimere questioni di natura essenzialmente interna, altri paesi si sono impadroniti delle regole e dei dettami europei, facendoli propri e orientandoli ai propri interessi, rendendo il peso del nostro paese assai ridotto. Solo in tempi relativamente recenti, in particolare dal D.M.350/99, sono stati attivati, in concerto con le Regioni, gli strumenti necessari a salvaguardare i nostri prodotti conservandone le metodiche tradizionali di produzione, ricchezza della nostra agricoltura e cultura, assicurando nel contempo ai consumatori le necessarie condizione di igiene e sicurezza alimentare. È necessario che si continui con forti campagne comunicative a promuovere i prodotti tipici italiani nel mondo, propagando le loro qualità e caratteristiche, tutelandoli contro ogni tipo di contraffazione, esaltandone i pregi di prodotti naturali, originali e non frutto di emulazione maldestra, puntando nel contempo su una vasta opera di educazione alimentare che sappia coniugare fra i propri precetti i principi di alimentazione sana, basata su prodotti nazionali certificati e di qualità, senza prescindere dall’aspetto voluttuario di un’alimentazione gradevole e gustosa e dall’aspetto edonistico, derivante dall’asserzione che il consumo di certi prodotti sia socialmente encomiabile.
Brunella Mercadante