Finisce 3-3 al San Paolo, tra i fischi dei 18mila tifosi giunti a sostenere la squadra in questo momento difficile, che sembra non terminare più. In uno stadio ben lontano dal tutto esaurito delle notti di Champions va in scena l’ennesimo spettacolo grottesco di questa stagione. Inizio esaltante, due gol nei primi undici minuti. Koulibaly e Zapata fissano il doppio vantaggio, ma l’illusione di aver già vinto la partita costa cara ai ragazzi di Benitez che concedono prima il gol al debutto di Andrea Belotti, classe ’93, e poi il pari con Vasquez, su una dormita difensiva imbarazzante. Nel finale del primo tempo Callejón sembra rimettere le cose a posto con una rete che porta il suo marchio di fabbrica, ma nella ripresa ancora Belotti gela il San Paolo fissando il risultato sul definitivo pareggio. Gli azzurri reclamano anche un rigore, peraltro solare, su Zapata al 20’ con probabile espulsione di Sol Bamba, l’autore del fallo. Nel finale saltano gli schemi e i nervi e il Palermo chiude in scioltezza contro un Napoli involuto, fragile e senza idee.

NAPOLI. Al San Paolo va in scena il turno infrasettimanale di campionato. Stadio semideserto come poche altre volte è accaduto: segno, questo, che la gente è stufa di ascoltare proclami senza seguito. Di vedere un film da grande produzione che non vince mai gli oscar promessi. Eppure stavolta gli attori in campo sono quasi tutti i migliori possibili. Niente turnover imposto da Rafa Benitez: l’unica variante significativa è Zapata al posto di Higuain, non al meglio della condizione. Il modulo è quello solito, 4-2-3-1, e finalmente si rivede tra i titolari Ghoulam sulla fascia sinistra, con Zuniga che riposa per un turno. Il match inizia subito su ritmi alti: pronti, via e Koulibaly porta i suoi in vantaggio con uno colpo di testa imperioso su calcio d’angolo.  Al 10’ Hamsik tenta la conclusione dalla grande distanza, rientra sul sinistro e calcia, ma la palla accarezza la traversa e si spegne sul fondo. L’appuntamento col raddoppio, però, è solo rimandato di sessanta secondi: Zapata, infatti, servito dal capitano – molto attivo in questi primi minuti – nel cuore dell’area di rigore, non ci pensa due volte a calciare di prima a giro sul secondo palo. Il doppio vantaggio illude gli azzurri che si sentono già con la partita in tasca, ma le amnesie difensive che hanno funestato quest’inizio di stagione sono dietro l’angolo e non tardano a manifestarsi. Al 18’ su calcio d’angolo Gargano marca Belotti, una scelta quanto meno singolare visti i circa venti centimetri di altezza in più che può vantare il giovane attaccante palermitano: il risultato è scontato, Belotti realizza il suo primo gol in serie A grazie ad un errore grossolano compiuto nella scelta degli accoppiamenti difensivi, una leggerezza da dilettanti. Il Napoli continua ad insistere in attacco e Zapata viene clamorosamente atterrato in area di rigore, ma l’arbitro Doveri non concede il penalty, facendo infuriare la panchina azzurra. Quattro minuti dopo si compie l’incredibile frittata: Morganella entra in area trovando un’autostrada libera sull’out destro e serve Vasquez che non sbaglia quello che assomiglia ad un rigore in movimento. È 2-2 e sembra finire così il primo tempo. Le squadre prendono fiato dopo un inizio giocato a viso aperto su ritmi molto alti. Nel recupero, però, arriva l’invenzione di Gargano: assist pregevole per Callejón che dal vertice destro dell’area non sbaglia. Lo spagnolo incrocia sul secondo palo e ringrazia. Nel secondo tempo il match riprende dallo stesso canovaccio, con il Napoli che cerca di fare la partita commettendo, però, sempre più errori di impostazione, mentre i rosanero dimostrano di non essere abbattuti per il nuovo svantaggio. Anzi, dopo un mezzo miracolo compiuto dall’estremo difensore Sorrentino nell’uno contro uno con Zapata in area, la squadra di Iachini costruisce i presupposti ancora una volta per il pareggio prima con un palo di Belotti dai venti metri e poi con il gol definitivo del 3-3. Proprio il giovane attaccante dell’Under 21 si avventa su cross basso di Dybala firmando la sua personale doppietta all’esordio. È l’ennesima doccia fredda per un San Paolo che in campionato non ha ancora gioito per una vittoria. Benitez, allora, le prova tutte e inserisce De Guzman, Higuain e Insigne al posto di Hamsik, Zapata e Mertens (mai incisivo durante tutta la partita), ma i cambi non danno la scossa sperata e il Napoli perde a poco a poco intensità e pericolosità. Nel finale l’abbondante recupero per l’espulsione di Iachini non modifica il risultato finale che il Palermo mette facilmente in cassaforte grazie ad un atteggiamento più coperto adottato nella seconda metà della ripresa. Al termine delle ostilità la pioggia di fischi non risparmia nessuno, neanche Benitez è più intoccabile. Il comparto tecnico è ormai sul banco degli imputati, per non parlare dei cori pesantissimi rivolti all’indirizzo del patron De Laurentiis, ritenuto il maggiore responsabile di questa crisi dalla quale il Napoli non sembra capace di poter uscire. L’allenatore potrebbe pagare per tutti, perché, al di là delle buone prestazioni offensive della squadra, a dispetto di una difesa imbarazzante, sembra essere incapace di incidere sulla psicologia dei suoi giocatori. Quelli che di volta in volta sono scelti per andare in campo patiscono oltremodo le pressioni e si abbattono alla prima difficoltà. Una squadra che non ha equilibrio, sempre sbilanciata e mai in completo controllo delle operazioni è una squadra che non potrà mai vincere. Il discorso va ben oltre i limiti del singolo calciatore ed esula dalle logiche di mercato. È la mentalità vincente che fa la differenza nello sport. I campioni, da soli, non bastano (Atletico Madrid docet). Si vince e si perde insieme. Ma è proprio tale coesione che gli azzurri sembrano aver smarrito, segnando un passo indietro anche rispetto all’anno scorso. Rafa Benitez però è ottimista e ai microfoni di Sky si è detto sicuro di poter ritrovare in breve tempo il suo vero Napoli: «Crisi? Dobbiamo solo ritrovare serenità, lo scorso anno abbiamo dimostrato quello di cui siamo capaci. La squadra ha tutti i mezzi per uscire da questo momento complicato». Se lo dice lui che più di ogni altro ha il polso della situazione allora vale la pena credergli. Ma la fiducia ormai è a tempo. Questo Napoli non può concedersi altri passi falsi. Dopo quattro giornate è già a -8 punti in classifica dalla coppia Juve-Roma. Un dato inaccettabile, che va subito ridimensionato. Benitez va dritto per la sua strada, ma se non dovesse essere confortato dai risultati a partire già dalla prossima con il Sassuolo, quella da lui intrapresa potrebbe non essere la stessa del Napoli. Perché al di là della stima, nello sport contano i risultati. E quelli o ci sono, o non ci sono. Perché vincere è l’unica cosa che conta davvero.

Giovedì 25 Settembre 2014

Dario Di Pascale

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