Pizza: ecco, solo a leggere questa parola si richiama la vostra attenzione. Sbaglio? Forse no, ma sulla pizza se ne son dette di tutti i colori: disciplinari, classifiche, è nata a Napoli oppure no, è nato prima l’uovo oppure la pizza? C’è chi ha pubblicato guide specifiche solo sulle pizzerie, i pizzaioli sono diventati delle vere pop star con tanto di fan page. Fatto sta che ogni volta che si parla di questo argomento, l’occhio ci scappa e quasi sempre ne scaturisce una discussione, pacifica o polemica che sia. Inevitabile associare la parola pizza a Napoli: qui si vive di pizza, ci si svezza con la pizza; se un napoletano almeno una volta a settimana (facciamo pure due) non la mangia, soffre, sta male proprio fisicamente. La città è un brulicare di pizzerie: se vuoi investire soldi, è la prima attività che ti viene in mente. Ci sono quelle storiche, che vanno avanti da generazioni, e le neonate che se sono valide si capisce subito. Le novità sono sempre tante ed è per questo che le classifiche vengono continuamente aggiornate, perché magari ci sono pizzerie adatte a un pubblico turistico ma non per i veri cultori, oppure qualcuno che perde colpi perché utilizza prodotti scadenti, o qualcun altro che magari investe nella qualità e migliora la propria offerta. Noi proviamo a presentarvi una prima classifica delle migliori dieci pizzerie di Napoli (limitandoci stavolta alla città, dalla decima alla prima), anche se dieci è un numero davvero ristretto. Ma, considerato che a breve sono previste nuove aperture, ovviamente il tutto potrà essere ribaltato. O magari chissà, resterà tutto uguale.
Pellone (via Nazionale, 93): per molti napoletani è una pizzeria storica, nata negli anni Sessanta con la famiglia Pellone, oggi è gestita dai fratelli De Luca. Le pizze della tradizione sono quelle meglio note col nome a ruota di carretto, nel senso che il diametro dell’impasto supera quello del piatto. Le pizze più richieste sono le classiche: la marinara, la margherita e la pizza fritta.
Di Matteo (via dei Tribunali, 94): nel cuore del centro storico, è una delle tappe obbligate soprattutto per i turisti in visita a Napoli. La famiglia Di Matteo ha alle spalle una lunga tradizione in pizzeria e oggi alle redini c’è Salvatore. Le pizze sono stese in maniera molto sottile e l’impasto è il risultato di una lievitazione non eccessivamente lunga. Il tutto viene accompagnato da deliziosi fritti che stuzzicano l’appetito.
Carminiello (corso Secondigliano, 350): questa è una pizzeria di cui si parla poco ma che andrebbe invece considerata. Un connubio familiare perfetto, marito e moglie, i coniugi De Lucia, fianco a fianco tutti i giorni preparano delle ottime pizze, lei alla friggitrice, lui al forno. Anche qui la tradizione vuole l’abbinamento pizza-fritti, che piacevolmente intrattengono durante la lunga attesa per sedersi ai tavoli. Se proprio non sopportate l’attesa, l’orario consigliato è intorno alle  14.30/15.00.
Oliva Da Concettina ai Tre Santi (via Arena alla Sanità, 7 bis): a stare in pizzeria si comincia sin da piccoli e Ciro Oliva ne è un esempio eclatante, tant’è vero che a soli ventuno anni si ritrova a gestire la pizzeria di famiglia senza alcuna difficoltà. Tanto il successo ottenuto negli ultimi anni, che la pizzeria si è sdoppiata, per permettere ai clienti di poter scegliere tra asporto o servizio ai tavoli. La pizza che suggeriamo è il Ripieno fritto con soffritto di chianina, una chicca nata da pochissimo tempo.
Starita (via Materdei, 27): Antonio Starita è un decano dei pizzaioli napoletani. La pizzeria ha più di un secolo, nasce come cantina ma negli anni Cinquanta si converte in quella che è una delle più note pizzerie al mondo. Da alcuni anni è stata fondata una sede anche a New York. Il menu è molto ricco: si comincia con le pizze classiche, ma sono sempre le fritte a ottenere più successo, come la montanara prima fritta e poi passata al forno e gli angioletti, piccoli ritagli di pasta fritta, proposti anche in versione dolce ricoperti di cioccolato.
Fresco Trattoria (via Partenope, 8): da quattro anni circa, Alfredo Forgione, storico pizzaiolo di Ciro a Mergellina, si è messo in proprio aprendo sul lungomare di Napoli questa pizzeria-trattoria che è un vero polo di attrazione turistica, ma anche molto frequentata dai napoletani doc. L’impasto della pizza è considerato tra i migliori della città per la sua leggerezza e la digeribilità, risultato di una lunga lievitazione. Se avete dubbi sulla scelta della pizza, il patron vi propone un tris costituito da margherita, calzoncino e la pizza con salsiccia e friarielli, tutto in versione mignon.
La Figlia del Presidente (via del Grande Archivio, 23/24): nel viso di Maria Cacialli è riflesso il volto del papà Ernesto, il pizzaiolo che nel 1994 offrì una pizza a portafoglio al presidente americano Bill Clinton, in visita a Napoli per il G7. Da questo avvenimento, è nata una delle pizzerie più note della città. Sostenuta quotidianamente dal marito Felice e dal figlio Armando, Maria è l’incarnazione della pizzaiola napoletana. Le pizze classiche vanno per la maggiore, soprattutto il ripieno fritto, ma a breve verranno proposte pizze nuove con ingredienti stagionali.
Sorbillo (via dei Tribunali, 32): Gino Sorbillo è il pizzaiolo più mediatico in assoluto, tutto ciò che richiama la sua attenzione viene poi riportato sulle sue pizze. Parte della terza generazione di pizzaioli, Gino è sulla cresta dell’onda del successo e, dopo l’esperimento di Lievito Madre, una pizzeria con soli prodotti di qualità, sul lungomare, ha aperto anche una sede a Milano. Le pizze del menu portano i nomi dei ventuno fratelli nati dai nonni Luigi e Carolina. Le pizze sono molto grandi e l’impasto leggero: un’attenzione particolare meritano la Donna Carolina, una margherita al filetto con provola e pesto, e il ripieno al forno.
Da Attilio (via Pignasecca, 17): Nella Pignasecca, dove ha sede uno dei mercati rionali più noti della città, c’è la pizzeria della famiglia Bachetti. Nata negli anni Trenta, a cavallo tra le due guerre, periodo in cui bastava una pizza per soddisfare la fame di un’intera giornata, Attilio porta in alto il buon nome della famiglia. La sua pizza ha una grandezza regolare, l’impasto è leggero e ben alveolato e i prodotti utilizzati per il condimento sono di primissima scelta. Tra le pizze particolari è da menzionare la Carnevale o la Sole nel piatto: entrambe sono a forma di stella con otto punte, in cui ogni spigolo è ripieno di ricotta.
La Notizia (via M. Caravaggio, 53): Enzo Coccia nasce alla Duchesca, nella pizzeria di famiglia, ma poi si trasferisce tra il Vomero e Fuorigrotta per aprire il suo nuovo locale, anzi ne apre due, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Enzo è il filosofo della pizza napoletana, solo a sentire come ne parla trasmette ai proprio interlocutori quella che è la sua passione da sempre. Tutto questo lo ha portato a sperimentare impasti e a selezionare uno a uno tutti i prodotti che vengono utilizzati per le sue pizze. Le pizze della tradizione, come la margherita e la marinara, sono speciali per il semplice fatto che vengono condite con prodotti Dop. Si rispettano i criteri della stagionalità e le sue pizze non sono mai banali, attraversano molti test prima di essere presentate ai clienti.
di Dora Sorrentino da www.agrodolce.it