Lo sapevamo tutti ma per qualche settimana ci siamo illusi: lo scudetto lo ha vinto la Juve con circa 30 giornate di anticipo e nonostante l’ultima sofferta e bella vittoria napoletana contro il Chievo. In realtà, dopo i 3 rigori concessi alla squadra bianconera in 3 giornate, dopo le mancate espulsioni e i cartellini gialli tutti a favore, dopo il gol (regolare) annullato al Catania 5 minuti dopo le proteste, con i siciliani in 10 e mezza squadra ammonita (ovvia, prima o poi un’espulsione), il gol-vittoria irregolare e Vidal graziato dopo aver mandato l’arbitro a quel paese… c’era poco da illudersi. E c’era poco da fare anche per il buon Napoli di quest’anno. La Juve è forte, è chiaro, ma non più forte del Napoli nonostante le differenze di budget che (come sostiene Mazzarri) contano molto ma contano meno di decisioni arbitrali unilaterali che inevitabimente pesano sui punti complessivi e sul morale di chi affronta la squadra degli Agnelli (“Cosa si deve fare per segnare un gol alla Juve?”, ha giustamente gridato il presidente etneo). E tutto questo bisognerebbe ricordarlo ogni tanto ai soliti “soloni” napoletani del calcio e anche ai soliti opinionisti nazionali per i quali la Juve “non perde da 50 giornate” e questo conta.  Comico il commento di un radiocronista Rai: “La squadra di Conte è una schiacciasassi: ha saputo superare anche il trauma di un gol annullato alla squadra avversaria”… Ma di che calcio parliamo? E poi dicono che si tratta solo di calcio… s.l.