Pietro Massimo Bussetta, docente universitario di statistica economica, in un suo recente articolo ha descritto con chiarezza e coraggio i motivi per i quali nasce e non si risolve la questione meridionale e perché anche i nuovi eletti di queste ore confermeranno e aggraveranno la questione meridionale. Il sistema è antico e potente e non è facile cambiarlo. La soluzione è prima culturale e poi politica: bisogna diffondere queste tesi e ottenere un numero sempre più alto di meridionali “consapevoli”. È quello che da anni cerchiamo di fare e di certo non basteranno i soliti appelli (“fate un partito del Sud, uniamo tutti i partiti del Sud”). Leggiamo questo testo e continuiamo a lavorare e a crescere…
Gennaro De Crescenzo
“Chi sono i collaborazionisti? Coloro che si infiltrano nell’esercito nemico e operano per suo conto per farlo vincere. Di fronte ai prossimi attacchi (al Sud) con l’autonomia differenziata, c’è bisogno che la gente del Sud stia buona e quieta. Così è fondamentale il corpo dei collaborazionisti. Essi sono di diversi tipi. Ci sono gli UTILI IDIOTI che si fanno convincere dalla propaganda del partito unico del Nord che se ci sono differenze tra Sud e Nord è in ogni caso colpa del Sud in una sindrome di Stoccolma che ha fatto innamorare degli ‘efficienti nordisti’ dimenticando che la spesa pro-capite con la spesa storica è di gran lunga diversa. Questa tipologia è prona alla DISINFORMAZIONE interessata dei giornaloni e delle tv, si AUTOFLAGELLA confessando peccati come l’incapacità di scegliere la classe dirigente dimenticando che lo Stato ha consentito dispersioni scolastiche o carenze di milioni di posti di lavoro che di certo non consentivano maturazione e consapevolezza.
Un’altra categoria di collaborazionisti è quella dei consapevoli e degli APPROFITTATORI. Sono i politici della classe dominante che fa accordi con i partiti nazionali per avere le mancette da distribuire ai propri clienti. Se ne vanno alla bouvette mentre si votano leggi contro il Sud, passano da un partito all’altro e per loro conta solo restare A GALLA.
Nella stessa categoria degli approfittatori anche gli INTELLETTUALI che trovano conveniente appoggiare le decisioni governative anche quando sono contro il Sud e così ottengono SPAZI nelle tv, fondi, potere nelle università, presidenze di istituti […] il tutto pur di far dimenticare che ogni anno partono dal Sud 100.000 persone. È difficile riconoscerli perché si mostrano come strenui difensori del Mezzogiorno e spesso si lanciano contro i loro corregionali ‘perché non fanno la loro parte’. Un’altra categoria di collaborazionisti è quella che si trova all’interno delle istituzioni e diventano acerrimi nemici dei territori che hanno abbandonato dichiarando che loro possono parlare male del Sud perché loro sono di quella terra. Vi sono, infine, i collaborazionisti che hanno avuto successo lontano dalla loro terra e si mimetizzano, la RINNEGANO sfiorando la discriminazione, pronti a dichiarare che i meridionali non vogliono lavorare, sono sciatti, inaffidabili e aspirano ad essere assistiti, tra complessi di inferiorità e atteggiamenti tipici dei COLONIZZATI verso i colonizzatori” (QDS, 6/8/22).