Con settembre inizia la scuola ed è anche il momento di tornare a scuola per tanti bambini ed adolescenti. L’istituzione per eccellenza, che accompagna i ragazzi per gran parte della loro vita, formandoli ed educandoli, ad oggi non è più un luogo così accogliente. Infatti, aumenta sempre di più il tasso di dispersione scolastica in Italia, ovvero il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, che ad oggi è al 12,7%. Al di sopra di questo dato, per quanto riguarda l’Unione Europea, possiamo trovare solo Spagna e Romania con i tassi rispettivamente del 15,3% e 13,3%. Inoltre, i dati riportarti dall’ultimo report di Save The Children si focalizzano anche sulle differenze presenti in Italia, quindi tra Nord e Sud. Ad esempio, per quanto riguarda le regioni del Sud, in testa troviamo la Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%), e poi Campania con il 16,4% e Calabria con il 14%. La causa di questi tassi così alti e queste differenze così evidenti è dovuta soprattutto alle condizioni in cui versano le strutture. Infatti, l’analisi è stata fatta su quelle che sono le caratteristiche che dovrebbe avere una scuola, ovvero mensa, tempo pieno, palestra e certificato di agibilità. Qualità che non tutte hanno, principalmente quelle del mezzogiorno, che spesso riversano in condizioni assurde. Ad esempio, per quanto riguarda la mensa, nel Mezzogiorno circa 650mila alunni non beneficiano di questo servizio. Stessi numeri si vedono per quanto riguarda il servizio della palestra e del tempo pieno, sempre rispetto al Centro-Nord. Più della metà delle scuole presenti nel settentrione, invece, sono provviste di mensa scolastica e godono di una palestra. A tal proposito il PNRR “prevederebbe” una serie di investimenti strategici, di cui una parte è destinata alla scuola che, insieme all’Università, è inserita nell’ambito della missione 4. Infatti, questa missione dovrebbe intersecarsi con uno degli obiettivi considerati trasversali, ovvero Mezzogiorno e riequilibrio territoriale. D’altronde, il PNRR è considerato, secondo il governo nazionale, come uno strumento di cruciale importanza per la ripartenza, anche se comporta più debiti e comunque meno investimenti al Sud rispetto a quanto dovuto. Se da un lato si spera che possa essere accompagnato da ulteriori politiche di breve periodo volte a ridurre la morsa dell’inflazione sulle famiglie più esposte, dall’altro lato è considerato lo strumento adatto per creare investimenti volti alla crescita di lungo periodo.
(Erica Esposito)