Da più parti è stata rilanciata la notizia diffusa dall’ultimo dossier del Codacons: a Milano la vita costa il doppio rispetto a Napoli. Potrebbe essere una notizia poco importante ma invece è importante per diversi aspetti. Abbiamo inviato una richiesta di informazioni al Codacons per conoscere i criteri di selezione di prodotti e rivenditori perché temiamo che possano essere simili ai famosi panieri Istat con prodotti di livello alto acquistati in negozi “di lusso” nel caso di Milano e del Nord e con prodotti non di livello alto acquistati tra mercatini e negozi non di lusso per Napoli e per il Sud. La questione non è secondaria perché è anche lì che nascono certi luoghi comuni (“al Sud si vive con poco e possiamo dargli poco”) ed è anche lì che nascono certe scelte politiche magari quando si parla di salari (differenziati) o di soglie di povertà (e assistenza). Non siamo esperti di statistica ma due conti possiamo fare con una premessa: in un mercato ormai globale, con il commercio online che dilaga e con grandi catene totalmente omologate in tutta l’Italia, non riusciamo a capire le differenze evidenziate nel dossier con un’unica certezza evidente nello stesso dossier: a Napoli e al Sud si pagano le tasse più care (quella sulla spazzatura a Napoli è quasi il doppio di quella di Milano) per servizi carenti che spesso dobbiamo pagare di tasca nostra.
Qualche esempio dal dossier del Codacons: patate (1.21 euro a Milano/0.83 a Napoli); pomodori (4.86/1.75), petto di pollo (13.35/6.79), filetto di bovino (19.20/13.30).
Curioso il fatto che gli stessi prodotti, nei volantini di gennaio/febbraio 2022, abbiano lo stesso prezzo a Milano e a Napoli, presso la Conad di Corso Lodi e la Coop di via Airola a Milano e presso la Conad di Corso Malta e la Coop di via Arenaccia a Napoli (rispettivamente 0.69; 1.49; 6.90; 11.30).
In attesa delle risposte, qualche domanda: si tratta di un nostro errore, di criteri non omogenei o di un obiettivo in fondo… politico?
MOVIMENTO PER IL NUOVO SUD
Commissione Politica ed Economia