Nella giornata di ieri si sono tenuti gli “ennesimi funerali di Stato” a Ravanusa in Sicilia, dopo l’esplosione pare, di una bolla di metano sabato 11 dicembre provocando numerose vittime. Chiaramente, questo è un momento in cui si deve piangere, ma come al solito (ormai abituati ai funerali di stato, soprattutto al Sud, ma in tutta Italia), è anche il momento di capire il perchè si verificano tali incidenti, ponti che crollano, ed ora anche bolle di metano che esplodono.
L’inchiesta è stata aperta a carico di ignoti: si indaga per omicidio e disastro plurimo e colposo. Da questa vicenda, che possa essere correlata o meno, direttamente o indirettamente alla bolla di gas, è saltata fuori una notizia che, se non fossimo in Italia, porterebbe uno stato serio a prendere precauzioni evitando disastri futuri: il Sud ed in particolare la Sicilia, vivono su una “bomba ad orologeria“? No, non si parla di un super vulcano, ma della rete del gas tra le più vecchie del Paese.
Come specificato, saranno gli inquirenti a stabilire cosa sia veramente accaduto a Ravanusa, ma si parla di un accumulo di gas che poi sarebbe esploso in una cavità sotterranea.
Un sistema di conduzione privo di controlli e manutezioni, su un territorio altamente sismico e vulcanologico a cosa porterebbe? Possibile che oltre ai mancati investimenti, i controlli possano rivelarsi esigui sull’effettivo stato delle cose? Siamo certi che gli impianti siano stati realizzati al tempo, anche con le dovute norme di sicurezza?
Tutto sarà spiegato, e poi?
Sarà forse arrivato il momento di impegnare ingenti somme, anche europee (che dicono di non saper spendere), per cominciare una seria campagna di bonifiche e controlli su tutto il territorio nazionale da Nord a Sud, anzi per una volta da Sud a Nord?
Nell’attesa di capire cosa sia veramente successo, e di capire se mai questa classe politica avrà realmente interesse al miglioramento di questo Paese sempre più lasciato a se stesso, altro che “Paese dell’anno” (come certe testate hanno sottolineato in questi giorni), inviamo un forte abbraccio alle famiglie delle vittime.
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