“Non siamo noi il problema”. Uno slogan deve essere sintetico e questo è uno slogan di grande impatto. Il concetto sotteso è “Non siamo Noi il Vostro problema, ma siete Voi il Nostro problema”. Uno Stato che prima ha concentrato una massa enorme di persone in edifici fatiscenti e totalmente privi di servizi e poi li ha abbandonati per decenni a se stessi, senza strutture, senza segnali di presenza, senza opportunità. Uno Stato che ha consentito che degli edifici, con la loro stessa esistenza, diventassero in tutto il mondo simbolo di degrado sociale e malavita. E chi li abita, da vittima è stato trasformato agli occhi del mondo in quel simbolo. Una inversione dei ruoli di cui lo Stato Italiano è campione del mondo. Certo che non siete voi il problema. Le facce di chi è il problema sono note a tutti. Sono facce sorridenti e perbene. Facce da manifesto elettorale. Facce di sindaci che si sono alternati con tutti i colori dell’arcobaleno, facce di presidenti del consiglio, facce di ministri, facce di presidenti della regione, facce di chi detiene il potere economico e a cui non interessava nulla della disperazione e della morte degli altri. Facce di chi ha lucrato con film, libri e serie tv sulla disperazione senza lasciare che da quella montagna di soldi cadesse qualche gruzzolo per cancellare questa ingiustizia. Facce di chi si è girato dall’altra parte tutti i giorni. Facce di camorristi, certo, anche quelle. Facce di chi è passato un giorno solo a fare la passerella con la scorta a promettere mari e monti e a fare la predica.
“Siete voi il problema”.
Dedicato a chi resiste. Dedicato a chi ne è venuto fuori. Dedicato a chi ha dedicato una vita a lottare senza armi per loro. Dedicato soprattutto a chi non ce l’ha fatta.

Promontorio Cervantes