Caro Saviano, questa volta non le parlerò delle conseguenze che la sua Gomorra ha avuto e ha sull’immagine di Napoli (va bene la denuncia ma in un libro e non in tanti libri e in… 5 serie vendute in tutto il mondo). Caro Saviano, già tempo fa lei affermò che il Sud emigrava e si stava svuotando “ma non si può rispondere con una logica neoborbonica che il Nord saccheggia il Sud”. Stavolta è stato anche più chiaro nelle sue tesi dichiarando ad un giornale francese che per ripopolare il Sud “servirebbe un milione di immigrati”. Caro Saviano, nella cultura meridionale non c’è il razzismo e noi vorremmo davvero avere la possibilità di accogliere tutti ma a lei, forse, è sfuggito qualche passaggio. Da quanto tempo lei manca dai quartieri popolari delle città del Sud, le stesse delle quali spesso parla in tv e nei libri? Conosce Peppe, Gerardo, Federica e Anna? Sono alcuni delle centinaia di miei ex alunni di Scampia partiti per il resto dell’Italia e del mondo in questi anni. E non volevano partire. E milioni sono i ragazzi partiti in questi anni, più o meno 150 anni e forse qualche documento in più dovrebbe leggerlo su quella sua idea del Sud “non saccheggiato dal Nord” perché noi meridionali prima del 1860 non eravamo mai partiti e perché in questi anni al Sud sono stati sottratti oltre 800 miliardi di euro (diritti, servizi, lavoro e speranze) ma noi non ricordiamo sue interviste o libri su questi temi. Anni fa dichiarai al Mattino che il mio sogno era quello di vedere treni, navi e aerei pieni di nostri emigranti che tornavano. Capisco che lei ha altri sogni ed è libero di scegliersi i suoi sogni ma prima di augurarsi di “ripopolare” il Sud (sempre più deserto, 2 milioni di emigranti in 15 anni) con gli immigrati, forse un pensiero agli emigranti non sarebbe stato male. E non sarebbe stata male neanche una replica di altri intellettuali e politici alle sue parole (silenzio totale, destre a parte). E, visto che lei arriva ai media nazionali e internazionali come e quando vuole, faccia anche una riflessione su come e perché da 160 anni questo Paese non smette di dire ai nostri giovani una sola cosa: “partite”. Io mi sono stancato di insegnare ai miei ragazzi la rassegnazione e vorrei potergli spiegare che, anche alla luce della nostra bellissima Costituzione, chi nasce a Napoli o a Palermo ha gli stessi diritti di chi nasce nel resto dell’Italia e dell’Europa e anche il diritto (se vuole) di partire e di accogliere tutti gli immigrati che potremo accogliere in una terra che, come diceva un vero eroe dell’antimafia, il grande Borsellino, “un giorno sarà bellissima”. Ma lo sarà solo con l’aiuto, la consapevolezza, il senso di appartenenza e l’orgoglio di tutti noi.
Prof. Gennaro De Crescenzo, Scampia, Napoli, Sud.
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