(Rubrica d’ ‘a lengua napulitana – a cura di Davide Brandi)

Durante i corsi di lingua napoletana, abbiamo spiegato, tra le tantissime cose, la radice latina della lingua napoletana (per questo è lingua romanza al pari dell’italiano e di tantissime altre lingue europee).
Alcune lezioni sono state dedicate proprio alle derivazioni latine di molti termini (con divertenti esercitazioni pratiche), con approfondimenti allo studio delle metafonie (ovvero alla trasformazione del fono dal latino del volgo alla lingua napoletana) ed all’esatto contrario, ovvero all’adattamento grafico (in napoletano) dal fono latino.
Gli esempi sono numerosi (da “FL” latina a “SCI” napoletana = FLUMEN = SCIUMMO, da “PL” latino a “CHI” napoletano = PLUMBUM = CHIUMMO, ecc…) ma questa volta parliamo della radice “TJ/TI” e spieghiamo il perché scriviamo la parola (in napoletano) GRAZZIE, con due Z.
Facciamo qualche esempio pratico e partiamo dal latino classico VITIUM (vizio) per passare al latino del volgo EX-VITIUM ed al napoletano SFIZZIO. Oppure ancora, PLATEAM (strada) per passare al latino del volgo PLATJAM ed infine al napoletano CHIAZZA (la piazza), dove notiamo una doppia derivazione (PL>CHI e TJ>ZZ).
Lo stesso vale per il nostro GRAZZIE, dove la grafia della doppia Z è dovuta da latino GRATIA (TI > ZZ), così come per tantissime altri termini napoletani dove troviamo ZZ.
Ed allora GRAZZIE ASSAJE (ASSAIE) a tutti ed a presto rivederci ai nostri assembramenti (uno ncuollo a n’ato) nelle sale.