Gentile ministro per l’Economia, a proposito dei fondi europei lei ha dichiarato che saranno assegnati al Sud “per una cifra significativamente superiore al 34%”. Quella, come lei sa, è la quota che spetta di diritto al Sud in base alla popolazione e al Sud spetterebbe più o meno il doppio in base ai criteri di assegnazione europei (redditi e disoccupazione). Caro ministro, ci sorprende, allora, quell’avverbio, soprattutto pensando al fatto che lei è il ministro dell’economia: quell’avverbio (“significativamente”) si perde tra l’indefinito e la poesia ma non riusciamo ad associarlo a calcoli, conti e miliardi di euro. Quell’avverbio può voler dire 35% o anche 75%, 1 miliardo o 50 miliardi e può segnare il destino di una terra e di 20 milioni di persone che da 160 anni aspettano gli stessi diritti garantiti al resto degli italiani. Caro ministro, in questi giorni sentiamo ripetere troppo spesso una tesi che già il precedente ministro per il Sud, Provenzano, ha più volte ribadito: “servono progetti e non percentuali”. Anche noi abbiamo inviato diversi progetti all’attuale ministro per il Sud, Carfagna, ma lei, noi, il ministro passato e quello attuale sappiamo bene che servirebbero solo tre giorni per fare il calcolo di quello che (da 160 anni) serve al Sud: ospedali, scuole, strade (e ponti), ferrovie, porti, aeroporti e in molti casi addirittura l’acqua e le case. Per questo quando sentiamo parlare di “progettualità”, di “politici locali inadeguati” e/o di probabili “ritardi nell’elaborazione dei progetti” abbiamo la sensazione di vedere un film già visto per 160 anni con la solita e scontatissima caccia all’alibi e il solito, scontatissimo e amaro finale… Saluti cordiali con l’augurio di essere smentiti dai fatti visto che parliamo di una delle ultime occasioni utili per unire finalmente (nei diritti) l’Italia. Napoli, 2 aprile 2021 Movimento per il Nuovo Sud