sud
… “Essere del Sud segna la vita, a volte con una certa fatalità, a volte con una nostalgia più intensa della nebbia scandinava ma anche con una luminosità più forte dell’aurora boreale; perché la luce della gente del Sud, del mio Sud, illumina un territorio senza assurde frontiere a cui si arriva senza altro requisito che amare il Sud. E quando respiri l’aria del Sud in pochissimo tempo scopri che quel territorio ti entra sotto la pelle e nel sangue. Allora rinasci uomo del Sud”….

Questo brano dello scomparso Luis Sepulveda descrive bene, a mio avviso, la caratteristica di un popolo e del rapporto con il suo territorio. Molto spesso però le Istituzioni Nazionali e Locali dimenticano l’importanza del nostro Sud e tendono ad operare scorrettamente per togliere quelle risorse necessarie al suo riscatto, che rappresenta  elemento fondamentale non solo per il Sud ma anche per tutto il Paese. E’ di qualche giorno fa la proposta arrivata dal Dipartimento dell’Economia e contenuta nel documento “L’Italia ed il Covid – 19” sulla così detta fase 2 dell’emergenza;  ebbene si propone al Governo la sospensione, fino a data da destinarsi, della regola di assegnazione del 34% degli investimenti a valere sulle risorse ordinarie al Sud, nonché una diversa distribuzione dei fondi Europei di sviluppo e coesione. Le misure proposte, come qualcuno ha sottolineato, offendono il diritto di cittadinanza dei cittadini del Sud ed inquinano il senso unitario e la coesione sociale del Paese.

Invece ci si dovrebbe convincere che,  per reggere la sfida della fase 2, sia il Governo Nazionale che le Regioni dovrebbero fare la loro parte fino in fondo; difatti è stato calcolato che ogni mese di isolamento determina la perdita di circa 75 miliardi di PIL e se il contagio si avvicinerà allo zero nell’arco di un mese, la perdita per il primo trimestre sarà del 10%, nell’arco di due mesi del 17% nel secondo trimestre e via dicendo. Ne consegue che se la ripresa sarà abbastanza veloce dopo l’isolamento, il 2019 dovrebbe chiudersi  con – 8,5% del PIL Nazionale e nel Sud si potrebbe attestare tra il – 7,5% ed il – 7,7%.

Questi numeri chiaramente non tengono conto del fenomeno relativo al lavoro sommerso, che nel Sud è sicuramente più diffuso che al Nord e raggiunge ampie dimensioni e che chiaramente non si sa come si ristrutturerà.

Questi scenari dovrebbero imporre le Istituzioni a pianificare un vero e proprio “piano Sud” che potrà essere finanziato da fondi strutturali in aggiunta alle risorse Nazionali e che dovranno essere incentrate su alcuni focus specifici che vanno dalla formazione, alla ricerca, dalla modernizzazione del sistema sanitario al cablaggio con la banda larga su tutto il territorio del Mezzogiorno e con un rafforzamento inevitabile del mercato interno rispetto a quello straniero.

Vi è un settore economico sul quale si dovrà investire particolarmente che è rappresentato dall’ industria del Turismo e che in Campania vale il 13% del PIL Regionale, dove con l’intento di cercare di salvaguardare la stagione turistica 2020, si dovrebbe poter  creare, ad esempio, un decalogo per la certificazione delle aziende turistiche che hanno adottato misure sanitarie per la sanificazione di tutte le strutture recettive(compresa quindi anche la ristorazione) e che garantiscano la necessaria  tutela della salute dei propri ospiti.

Oppure ancora contribuire economicamente alle spese di viaggio dei turisti, campani e non, che intendono trascorrere le vacanze in Campania, promuovendo convenzioni con compagnie aree e ferroviarie al fine di offrire tariffe più agevolate ai viaggiatori.

Un altro settore connesso al Turismo è rappresentato dal noleggio con conducente (N.C.C.) che è stato fortemente penalizzato e che certamente sarà in fortissima difficoltà nella cosi detta fase 2; fanno parte di questo settore anche lavoratori con contratto a tempo determinato, dipendenti di aziende che soprattutto nel periodo “stagionale”, da aprile ad ottobre, producono fatturato. In Campania sono registrati all’albo regionale degli N.C.C. circa 10.760 operatori di cui solo il 30% sono Partite IVA mentre le restanti sono micro imprese con relativi impiegati stagionali, che sono stati completamente dimenticati non solo dal decreto “Cura Italia” del Governo ma anche dal Piano economico Sociale della Regione Campania, e che quindi non hanno alcuna misura di sostegno.

Altro campo, anch’esso legato al settore turistico, è rappresentato dalle guide turistiche, che pur potendo in questo frangente accedere ai 600 euro di bonus disposto dal decreto Governativo, cifra assolutamente irrisoria, è facile immaginare che la loro attività lavorativa potrà riprendere molto lentamente e con enorme difficoltà. Le guide turistiche Campane sono formate da archeologi, storici dell’arte, archivisti, restauratori, insegnanti e laureati in discipline turistiche, per un totale di circa 3000 operatori, e si potrebbe ipotizzare di utilizzare queste enormi professionalità e competenze in modo temporaneo nella Pubblica Amministrazione o nelle Scuole, perché il semplice aiuto una tantum ovviamente non solo non risolve le forti problematiche ma certo non contribuisce a risollevare le sorti della categoria

Ed infine un altro settore sicuramente legato a doppio filo con quello turistico e che si trovava, da qualche anno a questa parte, in una condizione di rinascita per l’ aumento esponenziale anche della offerta turistica Campana, è rappresentato dalla Nautica da diporto, che potrà rilanciarsi, a mio avviso, ad esempio con degli investimenti in protocolli igienico sanitari da parte degli ormeggiatori i quali dovranno essere pronti a rimboccarsi le maniche nel più breve tempo possibile per far partire la stagione estiva e salvare il salvabile.

 Il Sud forse pagherà molto questa Pandemia in termini di caduta del PIL e quindi di posti di lavoro, e faticherà ancor di più del Nord a recuperare terreno nel prossimo anno, ma è nostro dovere, come dice lo scrittore Cileno  …rinascere uomo del Sud…!

Luca Monsurrò