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“LE SPEDIZIONI DI VOLONTARI PER GARIBALDI”: NUOVE E IMPORTANTI VERITA’ NEL LIBRO DI ANTONIO BOCCIA. È stato pubblicato (Commons Edizioni, Napoli, 2019) un piccolo ma interessantissimo libro come supplemento di “Basiliskos. Rivista specialistica di studi storico-umanistici”. Il titolo completo è: “Le spedizioni di volontari per Garibaldi – e da altre fonti cifre e documenti complementari al resoconto del Bertani” (Genova, 1861). Antonio Vito Boccia è giurista, docente universitario e ispettore “ad honorem” per la Soprintendenza Archivistica di Puglia e Basilicata ed è stato già autore di altri saggi preziosi per la ricostruzione della storia del Sud, della Basilicata e delle questioni meridionali (tra gli altri: “A Sud del Risorgimento”, la ristampa della “Proposta federalista dell’ultimo premier delle Due Sicilie” di Pietro Calà Ulloa, “Massacro a Lauria”). Abbiamo più volte scritto che se la storiografia non fosse ancora imprigionata negli schemi risorgimentalisti dovrebbe ammettere errori e lacune e rivedere le tesi relative a gran parte della storia dell’unificazione e della successiva questione meridionale di fronte a ricerche e fonti nuove o colpevolmente trascurate. E’ il caso del testo ritrovato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e integralmente ripubblicato (compresa la scelta felice e originale della copertina antica, “costo 20 centesimi”). Si tratta davvero di un tassello prezioso “nella ricostruzione di quegli incredibili avvenimenti che -agiografia risorgimentale a parte- realmente ed effettivamente si susseguirono durante quel convulso 1860”. Quell’estratto di una rivista economica ligure, il Corriere Mercantile, dato alle stampe in polemica con Mazzini che si auto-attribuiva il merito del post-spedizione, è stato troppo spesso “disdegnato dagli accademici” pur ricostruendo una parte importante delle modalità utilizzate per unificare l’Italia. Pochi, del resto, i documenti sul tema, anche in considerazione del vuoto documentario creato dalla misteriosa (ma non troppo) sparizione dei documenti affondati con il piroscafo Ercole e con Ippolito Nievo, tesoriere della “spedizione dei mille”. Nella articolata e documentata premessa, allora, Boccia evidenzia “un quadro generale molto differente rispetto a tutto ciò che viene rappresentato di solito dagli storiografi ufficiali”, con gli oltre 500 militari ungheresi, oltre 20 sbarchi in più (finora “dimenticati”), gli oltre 23.000 Garibaldini arrivati in Sicilia in circa 4 mesi, il tutto preceduto, tra l’altro, da una significativa e incalzante serie di veri e propri attentati terroristici anche ai danni di funzionari del governo borbonico. A tutto questo sono da aggiungere altri dati più che significativi e citati nel testo: gli oltre 3 milioni di “contributi volontari dei cittadini” (cifra molto rilevante e che apre scenari non del tutto chiari collegandosi ai famosi “contributi” della massoneria inglese), “i tre vapori comprati”, i 16.000 fucili, le 10.000 uniformi. Chiaro che siamo di fronte ad un’organizzazione articolata e complessa molto diversa dal quadro di quei romantici avventurieri al quale siamo abituati leggendo i libri di storia (a partire da quelli delle scuole elementari), con la evidente partecipazione e il contributo consistente del governo piemontese: tanti, del resto, gli ufficiali coinvolti, tanti i misteriosi “disertori o congedati” dell’esercito sabaudo, pochi (pochissimi) i meridionali, come più volte abbiamo dimostrato per smantellare la leggenda della volontà meridionale di unirsi alla resto dell’Italia (leggenda smentita anche dalla sanguinosa guerra del cosiddetto “brigantaggio” scoppiata esattamente nei giorni dell’arrivo di Garibaldi a Napoli nel settembre del 1860). Altro che “1000 eroi”, altro che “popolazioni oppresse” e pronte a liberarsi dai Borbone, altro che “rivolte spontanee”: questo libretto dimostra in maniera chiara e definitiva che si trattava solo di un “mito fondante” costruito per avvalorare la tesi della necessità di unire l’Italia e tutto ciò che metteva (o mette) in discussione quel mito ancora alla base della storia ufficiale, veniva (e viene) trascurato, dimenticato o cancellato. E dobbiamo ringraziare l’avvocato Boccia e lo scrittore di questo libretto perché rivelano nuove e importanti verità su una storia tutta ancora da scrivere, da riscrivere e da raccontare, con tutte le connessioni che aveva (e ha) con il presente e il futuro dell’Italia ed in particolare del Sud dell’Italia.
Gennaro De Crescenzo