Il Movimento Neoborbonico ha inviato al Consiglio d’Europa presso la Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza di Strasburgo un esposto per denunciare il mancato intervento delle autorità calcistiche, delle istituzioni e dei media nazionali di fronte ai reiterati episodi di razzismo antinapoletano sugli stadi italiani.
Dal 2012 sono state progressivamente eliminate le sanzioni previste per le “discriminazioni territoriali” e sono aumentati gli episodi fino al caso eclatante di domenica 28 maggio 2017 con migliaia di tifosi che, durante la partita Sampdoria-Napoli allo stadio Marassi di Genova, hanno insultato i Napoletani per tutta la durata della partita (nonostante i ripetuti solleciti dei responsabili dello stadio) e sono stati “puniti” con una semplice multa di 15.000 euro (l’equivalente dell’accensione di qualche petardo).
Nell’esposto è stata sottolineata la reiterazione di quei cori lunghi e articolati e ben più gravi, nei contenuti, degli assurdi ululati che spesso offendono i calciatori di colore e che, però, sono giustamente censurati e puniti. 
Lo stadio è, soprattutto per i più giovani, cassa di risonanza e strumento di diffusione di idee e preconcetti che possono diventare un vero e proprio e immotivato odio razziale (appena 3 anni fa il povero Ciro Esposito -come confermato dalle motivazioni della sentenza di condanna- fu vittima, solo in quanto “napoletano”, di questo clima di -sottovalutato- odio).
Tanti Napoletani (milioni) si sentono sempre meno rappresentati e difesi e, di fronte al silenzio delle autorità locali e nazionali, possono solo confidare nell’intervento di autorità sovranazionali per chi sistematicamente si augura la morte dell’intera popolazione napoletana o ci definisce, anche in assenza di Napoletani “cani, sporchi” o, facendo riferimento a tragedie realmente vissute dai Napoletani “colerosi e terremotati”. Non si tratta, evidentemente, di cori da stadio o di ironia e se i Napoletani sono ormai nauseati da questa situazione, è urgente e necessario un intervento.
Ufficio stampa
Neoborbonici.it
TESTO IN ITALIANO DELL’ESPOSTO INVIATO (IN INGLESE) ALL’ECRI
Esposto alla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza (ECRI) presso il Consiglio d’Europa – Strasburgo
Negli ultimi anni, sugli stadi italiani, sono aumentati gli episodi di discriminazione e razzismo ai danni della squadra di calcio del Napoli e dei suoi numerosi sostenitori. Migliaia di persone, anche in assenza dei tifosi “avversari”, intonano cori lunghi e articolati nei quali si augura la morte all’intera popolazione napoletana (“Vesuvio, lavali col fuoco”) o si definiscono gli stessi Napoletani “non italiani, cani, sporchi, fogna” o si fa riferimento ad alcune tragedie realmente vissute dai Napoletani (“colerosi, terremotati”).
I responsabili della Federazione Gioco Calcio italiana, nel 2012, recependo una direttiva della FIFA, hanno previsto pene per chi si rendeva colpevole di “cori di discriminazione territoriale” ma, nel corso degli anni, già dal 2013, hanno sostanzialmente depenalizzato il “reato” passando dalla chiusura dello stadio o di suoi settori a (sempre più rare) semplici sanzioni di carattere economico. Eclatante l’ultimo caso avvenuto presso lo stadio Marassi di Genova il 28/5/17, con migliaia di persone che, per tutta la durata della partita, hanno intonato cori discriminatori e la società responsabile è stata punita con una semplice multa di 15.000 euro (la stessa sanzione prevista un’accensione di petardi). 
Nell’assenza di adeguati provvedimenti da la parte delle autorità calcistiche, da parte delle istituzioni e nell’assenza di adeguata eco presso i media nazionali, si richiede un intervento della Vostra commissione in quanto: 
1) degli episodi sottolineati sono artefici diverse migliaia di persone a danno dell’intera comunità napoletana (diversi milioni di persone); 
2) le espressioni citate diffondono tesi razziste (più che discriminanti) con conseguenze devastanti e anche extracalcistiche: la diffusione di un vero e proprio odio razziale antinapoletano ha già causato (3/5/14) l’omicidio di un tifoso napoletano, solo in quanto “napoletano”, da parte di un tifoso romanista (v. motivazioni della sentenza di condanna a carico di De Santis Daniele del 24/7/16); 
3) i cori citati sono certamente “espressione di una forma di razzismo” per “cittadinanza e nazione” anche in considerazione della specificità dei Napoletani, cittadini di Napoli e appartenenti (per oltre sette secoli) ad una “nazione napoletana” consolidata e famosa a livello internazionale; 
4) i cori citati (lunghi, articolati e reiterati) sono espressione di discriminazione e razzismo anche più dei cori e degli ululati rivolti ai giocatori di colore (e giustamente e adeguatamente puniti); 
5) le partite di calcio rappresentano un momento importante di diffusione di messaggi soprattutto presso i bambini ed un intervento si rende urgente per evitare di condizionare le future generazioni con messaggi fuorvianti e rischiosi.
In attesa di un Vostro riscontro
Cortesi saluti
Prof. Gennaro De Crescenzo (Associazione Culturale Neoborbonica)