Omicidi, saccheggi, tradimenti, corruzione, massoneria, mafia, camorra con il coinvolgimento di famosi “padri della patria”, gli immancabili inglesi, gli altrettanto immancabili massoni, intellettuali vari e storici meridionalisti complici della prima e dell’ultima ora: anche questo e forse soprattutto questo fu il “risorgimento” italiano. E dopo 150 anni avremmo il dovere di riscriverlo alla luce di verità storiche per troppo tempo ignorate o cancellate. E così “J. A.”, “agente di Cavour” (per molti si trattava di Filippo Curletti) ci racconta un “altro risorgimento”: per questo è utile e affascinante leggere la nuova edizione integrale del suo “diario” appena pubblicato dalla Stamperia del Valentino di Napoli (“La verità sopra gli uomini e le cose del Regno d’Italia. Rivelazioni di J. A. già agente segreto del Conte di Cavour”, prefazione di Gennaro De Crescenzo). Vergognosi rapimenti di ragazze innocenti, complicità politiche ad alti livelli, propagande segrete, svuotamenti di casse pubbliche, diserzioni ben pagate, schede elettorali già votate, regie più o meno occulte… Insomma: una lunga serie di reati penali molto spesso (troppo spesso) simili a quelli che avrebbero caratterizzato e (purtroppo) ancora caratterizzano la storia italiana (e qualcuno ha ancora il coraggio di parlare di “burocrazie” o di “corrruzioni borboniche”). Certo è che, come scrive l’anonimo ma informatissimo autore,  “da nessuna parte si poteva riscontrare un fanatismo per l’unità italiana mentre dappertutto, in una parola, il Piemonte era avuto in conto di straniero e di conquistatore”. Certo è che “questa è la storia di tutte le rivoluzioni… opera di pochi uomini, a cui due o tre funzionari comprati aprono le porte”. In poche righe, allora, e in poche pagine, la (vera) sintesi della (vera) storia dell’unificazione italiana. “Alcuni forse grideranno allo scandalo; ma che monta ciò, se non si ha il modo di darmi una mentita?”. La domanda restò lì sospesa e resta lì ancora sospesa dopo tutti questi anni rendendo attuale e utile la pubblicazione del testo di cui parliamo. In un ideale proseguimento/integrazione delle rivelazioni, viene pubblicato (come appendice al testo di J. A.) il famoso intervento alla Camera dei Deputati di Francesco Proto Duca di Maddaloni (tornata del 20 novembre 1861), uno dei documenti più significativi di una storia anche in questo caso diversa da quella “ufficiale” con spunti importanti (e ancora addirittura sottovalutati) relativi alle modalità con le quali fu unificata l’Italia e con le quali è stata scritta la storia del cosiddetto “risorgimento”. Quelle rivelazioni, allora, e quella mozione di inchiesta costituiscono un tassello importante in questa grande, lunga e preziosa opera di ricostruzione di una memoria storica per troppo tempo nascosta o cancellata. 
Gennaro De CrescenzoINFO www.stamperiadelvalentino.it