La Francia restituisca a Napoli il quadro del Caravaggio: De Magistris rivendichi l’opera. L’ennesimo esempio dei saccheggi subiti durante gli anni dell’invasione francese? E’ stata ritrovata in Francia, a Tolosa, una tela che riproduce “Giuditta che decapita Oleferne” e che, secondo diversi critici d’arte, sarebbe stata realizzata da Caravaggio a Napoli agli inizi del Seicento (oltre 100 milioni di euro il valore stimato).
Il quadro era conservato nella casa dei discendenti di un ufficiale al seguito di Napoleone durante la “campagna d’Italia”.
In attesa dell’attribuzione definitiva, si tratta dell’ennesimo probabile esempio dei saccheggi compiuti dai francesi nel Regno di Napoli sia durante la repubblica napoletana (1799) che durante il “decennio francese” (1806-1815). Famosi, infatti, i bandi che ordinavano ai loro funzionari di marchiare con il timbro “Per la Repubblica Francese” le opere d’arte napoletane e italiane (comprese quelle di Pompei ed Ercolano e quelle non ancora ritrovate negli scavi…). Numerosissimi i casi di furti “personali” di ufficiali, soldati e funzionari.
Da sempre la storiografia ufficiale, impegnata nella sistematica e retorica esaltazione di quegli anni, ha evitato di approfondire questi temi insieme a quelli legati ai massacri subiti dalle popolazioni napoletane di parte cristiana e borbonica ad opera dei franco-giacobini (oltre 60.000 durante i 5 mesi della repubblica, oltre 50.000 durante il decennio).
Il Movimento Neoborbonico ha invitato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a rivendicare la proprietà dell’opera dopo che il governo francese ne ha vietato l’uscita dal territorio nazionale.
In attesa dell’attribuzione definitiva, si tratta dell’ennesimo probabile esempio dei saccheggi compiuti dai francesi nel Regno di Napoli sia durante la repubblica napoletana (1799) che durante il “decennio francese” (1806-1815). Famosi, infatti, i bandi che ordinavano ai loro funzionari di marchiare con il timbro “Per la Repubblica Francese” le opere d’arte napoletane e italiane (comprese quelle di Pompei ed Ercolano e quelle non ancora ritrovate negli scavi…). Numerosissimi i casi di furti “personali” di ufficiali, soldati e funzionari.
Da sempre la storiografia ufficiale, impegnata nella sistematica e retorica esaltazione di quegli anni, ha evitato di approfondire questi temi insieme a quelli legati ai massacri subiti dalle popolazioni napoletane di parte cristiana e borbonica ad opera dei franco-giacobini (oltre 60.000 durante i 5 mesi della repubblica, oltre 50.000 durante il decennio).
Il Movimento Neoborbonico ha invitato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a rivendicare la proprietà dell’opera dopo che il governo francese ne ha vietato l’uscita dal territorio nazionale.