Dopo la recente ondata di servizi televisivi dedicati a Napoli dalle tv nazionali, il Movimento Neoborbonico ha inviato alla Giunta Comunale di Napoli la proposta di istituire una tassa per chi porta le sue telecamere per le strade della città a caccia di scoop veri o presunti e di dichiarazioni più o meno clamorose. Mai come in questi mesi, infatti, più o meno ironicamente, più o meno seriamente, Napoli è stata al centro delle cronache nazionali con la puntuale divulgazione di luoghi comuni, immagini stereotipate e generalizzazioni superficiali per episodi di cronaca spesso gravi ma che non hanno mai ricevuto e non ricevono le stesse attenzioni nelle altre città italiane.  I napoletani sono ormai più che stanchi anche delle facili e banali ironie: ultime quelle di Luciana Littizetto con Fazio (“mica erano napoletani quelli che hanno devastato Roma”) e di Barbara Paolombelli a Forum (“visto quello che si vede in tv c’è da capire quel padre che ha paura di mandare la figlia in gita a Napoli”), pur augurandoci pene severe per chi le merita, lo slogan “è colpa di Napoli” è diffuso anche quando non ci sarebbe alcuna motivazione logica e legale per  utilizzarlo: al contrario di quanto accade altrove (magari con assassini di bambine, di intere famiglie o violenze da stadio), solo quando si tratta di Napoli e provincia (oltre 3 milioni di abitanti) nei salottini televisivi o nei talk di turno non si utilizzano gli psicologi ma i sociologi.  Nel consueto e colpevole silenzio di politici e intellettuali locali e nazionali, il fenomeno dilagante procura oggettivamente danni consistenti all’immagine della città e, nello stesso tempo, alle tv in termini di palinsesti, ascolti e di ricavi pubblicitari. Per questo motivo, se esiste la tassa per i turisti, il Movimento Neoborbonico ha ipotizzato, a parziale compensazione, una tassa per le telecamere che vogliono utilizzare l’ex capitale del Sud e  i suoi abitanti a fini televisivi. Possibili sconti nel caso in cui i servizi televisivi mettano in evidenza eccellenze locali e notizie di segno positivo sistematicamente ignorate dai media: il contributo versato dalle televisioni potrebbe essere utilizzato per finanziare attività sociali, culturali e sportive presso le parrocchie dei quartieri periferici di Napoli.