Nell’agosto del 2011 mi fu offerta la panchina di una squadra di calcio Juniores napoletana, naturalmente la gioia di potere allenare a Napoli mi indusse ad accettare senza indugio alcuno l’incarico. La stagione si rivelò però davvero allucinante, cambiavamo campi di allenamento ogni due settimane visto che il presidente non onorava un pagamento che fosse uno, dal Mazzeo di San Sebastiano al Vesuvio al Paolo Borsellino di Volla, per poi passare al Mellino dei Camaldoli e infine su un campetto di terra battuta.  Alla fine mollai, era una situazione imbarazzante e non di certo per la squadra: i ragazzi che ebbi sotto il mio comando anzi furono una bella rivelazione, ben cinque di loro che avevano iniziato la stagione con me passarono in prima squadra durante l’arco dell’annata. Avevo comunque raggiunto l’obiettivo che mi era stato richiesto, quello di fare in modo che almeno qualche atleta della “Primavera” potesse per gennaio passare in prima squadra.
Il reggente riuscì tramite amicizie varie a salvare momentaneamente la situazione della squadra agganciando un ex calciatore del Napoli come Direttore Sportivo, che tra l’altro si rivelò per quel che mi riguarda una figura ridicola, ma che riuscì tuttavia a portare un nome famoso e amato da tutta la Napoli azzurra, almeno quella che tifa Napoli da sempre.
L’allenatore in questione era il compianto Gaetano Musella, per gli amici Nino.
Per chi non ha avuto modo di vederlo giocare e in special modo i giovani nati dopo gli anni ottanta, stiamo parlando di un prodotto del vivaio napoletano, giocò dal 1979 al 1982 nel Napoli segnando 13 gol in 67 partite. Giocava in un ruolo oggi ribattezzato “falso nueve”, aveva una tecnica raffinata, un buon tiro e una visione di gioco eccellente. Se non fosse nato a Napoli ma a Rio de Janeiro, oggi si sarebbe raccontato di lui come uno dei fenomeni universali. Il meglio di sé lo espresse nel Catanzaro e nel Palermo, con il club azzurro, sfiorò lo scudetto nella stagione 1980-81 e fu tra i ragazzi che vinsero il Campionato Primavera del Napoli di Mariolino Corso nella stagione 1978-79.
Per quelli della mia età e della provincia napoletana, con napoletana intendo di tutto il Sud al di quà del faro, provincia che vive di miti, di immagini televisive, di figurine Panini, di “Pane e Pallone”, non è da tutti i giorni ritrovarsi al cospetto di un “vero” calciatore che ha giocato per giunta nel Napoli.  Aver condiviso lo spogliatoio con Mister Musella è stato per me un fatto incredibile, era piacevole poter parlare con lui di Ruud Krol, di Rino Marchesi, di quella famosa vittoria del Campionato Primavera, oltre che ascoltare i tanti episodi che amava raccontarmi di quelle stagioni dove per un soffio non riuscimmo a vincere il campionato. Una miniera inesauribile di ricordi sul Napoli e sui tanti campioni affrontati; con affetto ricordo le sue tante imbeccate e i suoi tanti consigli tecnici che spesso, generosamente, mi elargiva, un buon compagno di lavoro e una persona umile nonostante la sostanziale differenza di pedigree tra di noi. La sua disponibilità e la sua grande professionalità rimarrà indelebile e sarà per me, piccolo allenatore di provincia, uno di quei rari momenti da incorniciare nella galleria dei ricordi del gioco più bello del mondo. Ricordo che ad ogni fine allenamento, lui rimaneva sul campo ad allenare i portieri con i suoi tiri splendidi, così belli che nessuno di noi riusciva ad abbandonare il campo per andare sotto la doccia, restavamo lì a gustarci quelle traiettorie, quei tiri pieni di effetto che facevano ammattire i ragazzi che tentavano di prendere il pallone inutilmente.
La stagione in questione finì in modo grottesco, perché la società sportiva di cui parliamo fu ritirata da tutti i campionati che stava affrontando per mancanza di fondi per gli stipendi. Ricordo che ad un dato momento non potemmo affrontare nessuna trasferta perché non c’erano neanche i soldi per pagare il Pullman. Nino venne trovato morto a 53 anni il 30 settembre 2013 in località Caprazoppa, nei pressi di Finale Ligure e l’autopsia effettuata sul corpo il giorno seguente rivelò che la causa del decesso fu un infarto fulminante.

Ciao Nino sono sicuro che starai deliziando gli angeli in Paradiso.

 
Fiore Marro