Il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, nato nel 2009 da un’iniziativa del Ministero dall’Ambiente, dopo aver subito un periodo di stasi, è di nuovo attivo. Dal primo ottobre 2013 è stato riattivato, infatti, per i produttori di rifiuti pericolosi con più di dieci dipendenti e per gli enti e le imprese che gestiscono rifiuti a rischio, mentre per tutte le altre imprese l’avvio del sistema è datato lo scorso 3 marzo. Il pagamento dei contributi è rimasto in sospeso per tutto il 2013 e , fino all’entrata in vigore definitiva del progetto, si assisterà ad una fase preliminare volta ad organizzare e consolidare la collaborazione tra i soggetti coinvolti, a snellire la macchina burocratica, eliminando le pesantezze amministrative che fino ad ora, avvertite come limiti del progetto, sembrano aver frenato l’iniziativa E’ stato previsto, altresì, un calendario per alcune procedure di verifica. Le imprese che trattano rifiuti non pericolosi potranno, comunque, utilizzare il Sistri, su base volontaria. Il sistema della tracciabilità dei rifiuti è un adempimento che deriva dalle leggi nazionali e dalle direttive europee e rappresenta un forte strumento di lotta alle ecomafie, che sul traffico dei rifiuti costruiscono ottimi affari, causando danni enormi al territorio e all’ambiente: il nuovo programma mira, superando le problematiche emerse in passero, a rappresentare proprio un presidio di legalità e trasparenza per tutta la filiera dei rifiuti. Non sono però mancate, anche in questa fase, critiche al Sistri, si è parlato, ad esempio, di un sistema che non permette di distinguere chi commette errori involontariamente da chi invece lo fa per dolo.
Brunella Mercadante