I ragazzi di Benitez ottengono la prima vittoria casalinga in campionato contro il Torino di Giampiero Ventura, perfetto nei primi venti minuti in cui passa in vantaggio grazie ad una prodezza dell’ex Quagliarella (che non esulta), poi in balìa degli azzurri che rimontano con un gol e un assist di Lorenzo Insigne. Nel primo tempo il Napoli spreca ed è sfortunato, ma il possesso palla e le occasioni da gol costruite testimoniano una partita a senso unico. Il risultato di 2-1 sta stretto ai partenopei, anche se il Torino lamenta la mancata assegnazione di due rigori, uno per l’ingenua trattenuta di Albiol su Quagliarella (addirittura ammonito per simulazione) e l’altro per un fallo di mano in area di Zuniga allo scadere. Alla fine, tra proteste e nervi tesi dei granata (espulso El Kaddouri dopo il triplice fischio), i ragazzi di Benitez esultano per un risultato fortemente voluto e meritato.
NAPOLI. Terza vittoria di fila, settimana da incorniciare per gli azzurri. Prima vittoria in campionato al San Paolo, raggiunta con orgoglio e caparbietà. Nei primi venti minuti i granata sono padroni del campo: palla a terra, la manovra parte dalla difesa per allargarsi sugli esterni, Darmian e Peres, fino alla rifinitura dell’azione che passa per i piedi educati di El Kaddouri. Infine, la coppia d’attacco Larrondo-Quagliarella offre il giusto mix di potenza e inventiva per impensierire la retroguardia azzurra. Il Toro è subito pericoloso con Glik che colpisce di testa di un soffio fuori, poi al 14’ Quagliarella sfrutta un lancio di Maksimovic e da posizione defilatissima stoppa e incrocia al volo il tiro che si insacca alle spalle di Rafael. Una rete acrobatica delle sue, un gesto tecnico di rilievo assoluto. Dagli spalti piovono fischi, ma anche qualche applauso per l’attaccante di Castellammare di Stabia, che non esulta. Il Napoli, allora, liberatosi di ogni timore si riversa in attacco, ancora una volta costretto dal risultato sfavorevole a inseguire. Rafa Benitez, deve rinunciare in formazione ad Hamsik e Britos, entrambi titolari nel match precedente, a causa di una tonsillite e opta per Michu dal primo minuto sulla trequarti con Insigne e Callejón, alle spalle di Higuain. La mediana guidata dal duo Gargano-Inler inizia a carburare e al 22’ arriva la prima grande opportunità per raggiungere il pareggio: Insigne, lanciato dal Pipita a tu per tu con l’estremo difensore granata Gillet, colpisce in pieno il palo. La palla, come in un flipper impazzito, ritorna ad Higuain che viene murato altre due volte. Errori incomprensibili, spiegabili forse solo se contestualizzati in una stagione fin qui poco fortunata del Napoli. Al 25’ Inler conclude di sinistro al volo, ma la palla esce di poco alla sinistra di Gillet. Sulla sinistra la catena Zuniga-Insigne funziona alla perfezione e il colombiano si sovrappone con buona continuità risultando una spina nel fianco per Bruno Peres e Maksimovic che devono fare gli straordinari per contenerlo. Al 32’ Insigne spreca ancora sotto porta, su ottimo assist di Michu, facendosi ipnotizzare dal portiere granata, fin qui migliore in campo. Ci riprova ancora Inler al 38’, ma la gran botta dalla distanza è deviata in angolo ancora una volta da Gillet. Ormai è un assedio e dal corner Higuain da due passi fallisce il tap-in vincente alzandolo sopra la traversa. Nella ripresa stesso copione, medesima sfortuna: al 53’ Michu incorna un cross di Maggio spedendo la sfera sulla traversa. La partita sembra ormai stregata, ma proprio quando tutto sembra già scritto nelle stelle, ecco che il disegno del destino si svela rivelando i suoi arcani propositi: Al 55’ Insigne, servito da Zuniga, svetta di testa e in mezzo a tanti giganti colpisce lui la palla che prende prima il palo (stavolta interno) e poi va in rete. Esultanza incontenibile del folletto di Frattamaggiore che scoppia in lacrime liberatorie, segno evidente della tensione che lo tormentava. Dunque, 1-1. Risultato di nuovo in equilibrio. Ma ciò che conta davvero è il fatto che Lorenzo sia tornato ad essere il Magnifico, lui che è un capitale troppo importante per il Napoli ed il calcio Italiano. Gli azzurri sono ancora una volta pericolosi con un tiro strozzato di Callejón che per poco non viene ribadito in rete sotto porta da Koulibaly, autore di una prova convincente in difesa. Ventura prova a dare la scossa ai suoi e inserisce Molinaro e Gazzi al posto di Peres e Benassi. Benitez risponde con Mertens e David Lopez che rilevano Gargano e Michu. Insigne ancora protagonista, dipinge traiettorie straordinarie per i compagni: prima manda a porta il Pipita che di testa spreca colpendo con poca forza il pallone, poi compie una magia sull’assist per Callejón che vale il definitivo vantaggio. Lo spagnolo dà un calcio alla sfortuna e segna schiacciando a terra la sfera che compie un mezzo pallonetto, beffando Gillet. Il 2-1 affievolisce la resistenza del Torino, ma mister Ventura non si dà per vinto ed effettua l’ultimo cambio: fuori Vives, dentro Sanchez Mino. Benitez allora si copre e lancia nella mischia Mesto al posto di Higuain, ancora a secco in campionato. Gli azzurri cercano di gestire il risultato, ma a parte un tiro di Inler da venti metri la manovra non è più fluida e non produce più occasioni da gol. È il Torino, anzi, a trovare spazio e pericolosità sfiorando il pari con una rasoiata di Gazzi, deviata in angolo da Rafael. Nel finale risultano particolarmente vibranti le proteste granata per due presunti falli da rigore non fischiati dall’arbitro Massa, il primo su trattenuta di Albiol ai danni di Quagliarella e il secondo sul controllo di braccio di Zuniga nell’area piccola. Il Napoli con grande fatica porta a casa l’unico risultato utile. È stata la serata di Insigne, quella della rivincita morale e sportiva di un figlio di questa terra risorto come l’araba fenice dopo diverse prestazioni assai deludenti. Se Higuain è ancora a quota zero gol in campionato non importa – assicura Benitez – se gli altri attaccanti, come Insigne, segnano e convincono: «Siamo sulla buona strada. Sono arrivate tre vittorie consecutive pur variando qualcosa nelle varie formazioni. Possiamo migliorare tanto, ma stiamo crescendo. Higuain? Se segna lui o un altro per me è indifferente. Presto Gonzalo si sbloccherà. Insigne? Ha fatto un grande lavoro per tutti i novanta minuti di gioco: anche lui può migliorare tanto. Per le sue qualità credo che possa fare di più soprattutto sotto porta segnando più reti». Tutti devono migliorare, certo. Ma, a onor del vero, la squadra nel complesso ha sempre espresso un buon gioco e costruito tante palle gol. A maggior ragione dopo il match con il Torino è inevitabile affrontare l’argomento: c’è poco da fare, quest’anno gli azzurri hanno un avversario in più e si chiama malasorte. Ci sono annate in cui questo fattore incide più che in altre e questa sembra una di quelle. Benitez, però, sembra aver trovato la ricetta giusta. Lavoro, impegno e gioco di squadra. Così sono venute tre vittorie in sette giorni. Gli altri, quindi, sono avvisati: Il Napoli è di nuovo in marcia.
Lunedì 06 Ottobre 2014
Dario Di Pascale
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