Antimeridionalismo di Stato: il Sud alla gogna mediatica. Come Rai-TV, Giornali e Media nazionali affossano il Meridione d’Italia e Napoli in particolare. Ogni giorno – confesso – per una sorta di autolesionismo occulto, sono solito assistere a più TG, specie Rai. Il motivo, credo, è da ricercarsi in una ormai trentennale comparazione su come i mezzi d’informazione approcciano il discorso Sud e su come, quindi, senza dubbio in modo conscio, creano la “mentalità” diffusa. E’ il “controllo delle masse”, si direbbe ad altre latitudini. Qui da noi, il discorso è ben diverso. Il TG Regione (Campania), come tutti gli altri, trasmette giornalmente servizi di cronaca, costume, arte, gastronomia, teatro, musica, …la vita della Regione insomma. Ebbene, immancabilmente, il TG1, il Tg2 e il Tg3, riprendono e trasmettono solo ed esclusivamente i servizi di cronaca, nera naturalmente. E’ uno stomachevole bombardamento a senso unico. Si ha l’impressione che in Campania ed a Napoli in particolare, ci si alzi ogni mattina per spararci a vicenda, per rimanere imbottigliati nel traffico, per assaltare e scippare turisti inermi. Cronisti in erba fanno a gara a chi racconta i particolari più raccapriccianti. Con voce chioccia, cantilenante e fessa sciorinano dati inconfutabili sui morti ammazzati, sui disoccupati organizzati e non, su quanta droga viene spacciata a Scampia. Si tralasciano, così, per mera dimenticanza, tutti i servizi su eventi e avvenimenti che noi, signori miei, sappiamo di avere e di vivere ogni giorno. Si dirà che è solo l’uomo che morde il cane a fare notizia e non viceversa. E no! No! Si tratta invece di una ben congegnata azione da antimeridionalismo di stato per ragioni economico- politiche. Si vuole far passare l’idea che qui si vive nella “cacca fino al collo” e perciò giustificare la mancata realizzazione di opere e infrastrutture che il Sud attende invano fin dall’Unità. Vedi un po’ come sono malpensante! E’ tutta colpa della mafia, della camorra, della illegalità intrinseca, se il Sud è in questa situazione: è il messaggio che si vuole far passare ad ogni costo. Si contribuisce così a distruggere il turismo, a rallentare la fiducia negli investimenti, a far sì che la rassegnazione la faccia da padrone. Crolla un muretto qualsiasi a Pompei e subito è scandalo, l’apocalisse; se, invece, nella stessa Pompei si ristruttura il teatro grande e viene data una serata di gala con annessa rappresentazione di tragedia greca, nessuno ne parla e nessuno da’ all’avvenimento il risalto dovuto. E’ questo che non va bene. Uno scannamento al Sud è sempre più truculento, senza giustificazione, tragico e inoppugnabilmente inevitabile. Al Nord, invece, il fatto ha un “suo perché”, il tipo ha perso il lavoro, soffre di turbe neuropsichiche, quasi mai il gesto è premeditato. Che si ravvedano in queste ricostruzioni, lombrosiane reminiscenze? Sapete quello pseudoscienziato che a fine ‘800 stabilì (dopo approfondite indagini e lunghi studi) il bio-tipo di criminale per eccellenza, identificandolo nel calabrese classico, quello con i baffi e la coppola e la doppietta perennemente imbracciata. Peccato però che stabilì anche il bio-tipo di “cretino per eccellenza” (e qui non me ne vogliano gli amici Veneti, che vi assicuro sono tanti), identificandolo nel veneto classico, quello del “Comandi!”, per intenderci. Questa seconda opzione però non la ricorda quasi nessuno, vuoi vedere che il Veneto è vicino al Nord?! Quella che al Sud è omertà, al Nord è riservatezza; la criminalità al Sud è frutto della “genìa” stessa del meridionale medio, la corruzione al Nord è un male quasi necessario. Questa Lombardia di oggi, intrisa fino al midollo di ‘ndrangheta, vedremo come e con quali mezzi saprà scrollarsela di dosso. Questa Lombardia corrotta e corruttibile che accetta il potere criminale per fare affari è meno giustificata delle altre Regioni a sud di Roma, atavicamente morte di fame. Per non parlare di stanziamenti e finanziamenti, di personaggi illustri mai citati, di storici e “revisori” del Risorgimento mai invitati (si è mai visto un Pino Aprile o un Gigi Di Fiore, in un programma televisivo? Saviano invece c’è perché fa molto “Gomorroide”); e basta con questi sceneggiati sanguinari sulla mafia e sulla camorra. Non se ne può più!!! E le rassegne stampa? Mai visto un giornale meridionale, se non per mettere in risalto la solita notizia eclatante al negativo. Insomma, una storia infinita, indegna di una nazione civile e moderna. Al Sud esistono tante negatività, ma vi assicuro, signori miei della Tv e della carta stampata (il discorso è simile per certi giornali), esistono anche tante cose al positivo, che non sarò io qui a rimarcare. A chi scrive basta la gioia e la soddisfazione di percepire, a conclusione dei tanti viaggi dei propri amici del Nord Italia fatti qui in Campania, quella famosa frase che immancabilmente ogni volta si ripete: “Non pensavamo fosse così.” E’ infatti notizia di questi giorni la pubblicazione da parte de “Il Sole-24 ore” della classifica nazionale relativa alle città meno sicure e, udite udite!, Napoli è nientepopodimeno che al 36° posto, ottimo piazzamento per una grande città. Al primo posto è Milano, seguita da Rimini, Bologna, Torino, Roma e perfino da Firenze, Ravenna, Trieste. Le altre provincie campane sono a posti di pericolosità neanche citabili. Naturalmente tutto questo, nei media nazionali, passa assolutamente sotto silenzio. Un’ultima considerazione. Qualcuno ha definito un atto di coraggio trasferire a Milano per l’Expo i Bronzi di Riace; io definirei un atto di vera scelta economica trasferire l’Expo a Reggio di Calabria. Ma questa è un’altra storia.
Antonio Pulcrano