La squadra di Benitez esce sconfitta al San Mames per 3-1 e dice addio alla Champions vanificando il terzo posto dello scorso campionato. Il gol di Hamsik ad inizio ripresa illude i tifosi, poi tre errori inspiegabili della retroguardia fanno precipitare gli azzurri nel baratro dell’eliminazione. Ne approfittano Aduriz (doppietta) e Gomez che riportano dopo 16 anni l’Athletic Bilbao in Champions. Al Napoli non resta che l’Europa League e una perdita economica dovuta alla mancata qualificazione stimabile intorno ai 20 milioni: uno scenario deludente, che aumenta le recriminazioni e il rammarico per un mercato inadeguato che, invece, poteva e doveva fare la differenza.
BILBAO. Il ritorno del preliminare di Champions League che vede impegnati i ragazzi di Benitez contro l’Athletic Bilbao va in scena in una bolgia: lo stadio San Mames che per l’occasione inaugura la nuova curva e si presenta per la prima volta al completo in un impegno ufficiale. 53mila tifosi biancorossi, una fortezza inespugnabile: la vera forza della squadra allenata da Ernesto Valverde. Lo sa bene Rafa Benitez che in settimana ha provato ad inculcare ai suoi giocatori calma, consapevolezza nei propri mezzi e un pizzico di sana irriverenza verso un’arena ostile come quella di Bilbao. Il risultato, però, è stato tutt’altro. Nel primo tempo si è vista una sola squadra in campo e gli azzurri, impauriti, si sono limitati a spazzare il pallone appena possibile per evitare di prendere gol. Solo Higuain ha dimostrato, ancora una volta, di essere di un’altra categoria: si è fatto in quattro, ha protetto il pallone, ha dato una mano a centrocampo – reparto spesso in affanno – ed ha concluso – raramente – l’azione nonostante la poca assistenza da parte dei compagni d’attacco. Troppi i giocatori al di sotto dei propri standard di rendimento: su tutti Maggio, Gargano, Albiol e Britos. Se a questo si aggiunge che Mertens e Callejón sono stati per tutto il match due ombre vaganti in mezzo al campo, allora ben si comprende come il quadro sia stato davvero più nero della mezzanotte.
LA PARTITA. Rafa Benitez, rispetto all’andata, opta per Mertens e Ghoulam al posto di Insigne e Britos. Confermato, sorprendentemente, Gargano – invece di Inler – in coppia con Jorginho a centrocampo. Gli azzurri fin da subito si mostrano timorosi e l’Athletic, spinto dalla bolgia del San Mames, prende il controllo delle operazioni costruendo gioco e azioni pericolose. Il Napoli nei primi minuti sembra tenere e ha persino un’occasione da gol al 7’ con Callejón che spara altissimo una palla morbida invitante messa in area da Hamsik. I primi scricchiolii della retroguardia partenopea si intravedono quando prima con Gurpegi e poi con De Marcos i baschi si rendono pericolosi con troppa faciltà sfondando sulla fascia presidiata da Ghoulam. Al 26’ i padroni di casa sfiorano il vantaggio: Laporte fallisce a porta sguarnita calciano alto da pochi passi. Terminano su questa azione le emozioni di un primo tempo non entusiasmante, ma la ripresa parte subito con i fuochi d’artificio: al 46’ Hamsik scarica dal limite dell’area di rigore un rasoterra alle spalle del portiere basco Iraizoz, siglando il vantaggio azzurro. La via verso la qualificazione sembra spianata e ora ci credono anche i circa settecento tifosi napoletani presenti al San Mames. I ragazzi di Benitez prendono confidenza e coraggio ma al 56’ l’infortunio di Ghoulam altera gli equilibri difensivi. L’ingresso di Britos ancora una volta adattato sulla fascia sinistra è una delle ragioni del successivo tracollo della retroguardia partenopea e dimostra l’esiguità dell’organico messo a disposizione di Rafa Benitez. Valverde allora inserisce Ibai Gomez al posto di Benat sbilanciando la squadra in attacco. Il Napoli non approfitta degli spazi ora a disposizione, fallendo anche una ripartenza in tre contro due con Hamsik che tarda ad effettuare l’ultimo passaggio. Allora il Bilbao trova la via del pareggio: al 62’ proprio il nuovo entrato Britos perde la marcatura su calcio d’angolo e Aduriz è liberissimo di stoppare e calciare in area, segnando nella porta difesa da Rafael. Gli azzurri sono disorientati e confusi. Higuain tenta di dare la scossa con un tiro centrale al 65’, ma ormai i compagni sono assenti. Quattro minuti dopo, infatti, i baschi passano addirittura in vantaggio, complice la difesa partenopea da comiche: il rinvio della difesa dell’Athletic finisce dalle parti di Albiol che non si intende con Rafael in uscita, consentendo ad Aduriz, incredulo, di prendere il pallone e spingerlo in rete a porta vuota. Il disastro imbarazzante della retroguardia del Napoli lo completa Maggio al 73’dimenticando di portare a termine la propria diagonale difensiva su Gomez che tutto solo può mettere la propria firma sul 3-1 finale e la qualificazione dei baschi alla fase a gironi della Champions 2014-15. Gli innesti tardivi di Insigne e Zapata al posto di Hamsik e Mertens non cambiano il risultato acquisito, anzi Aduriz potrebbe rendere ancora più pesante il risultato ma manca la tripletta divorandosi un gol già fatto. Termina così nel peggiore dei modi un precampionato controverso che rischia di schiudere le porte ad una stagione difficile e deludente rispetto alle attese.
IL BILANCIO. Questo è senza dubbio il punto più basso dell’esperienza di Rafa Benitez a Napoli. La sua sconfitta, però, è anche quella dei giocatori che sono stati al di sotto del proprio rendimento abituale e della società che non ha saputo o voluto rimediare agli evidenti limiti di organico di questa squadra. Ed è soprattutto la sconfitta del calcio italiano che alle urne di Nyon potrà vantare solo Juventus e Roma. Il Napoli ha meritato la sconfitta in primis perché non ha avuto la consapevolezza dei propri mezzi. Difesa imbarazzante, poca personalità e qualità a centro campo: problemi, questi, già riscontrati l’anno scorso e adesso macroscopicamente evidenti. Non resta che guardare al futuro e pensare al campionato, ora il principale obiettivo per i ragazzi di Benitez. Alla luce di quanto accaduto le parole del mister dette alla vigilia del duplice scontro con l’Athletic Bilbao «Uscire dalla coppa non sarebbe una tragedia» risultano quasi una triste premonizione. È scontato ed ovvio che questa non è la fine del mondo, ci mancherebbe. Ma può essere la fine di un era, quella targata De Laurentiis-Bigon-Benitez? Napoli, dipenderà da cosa vorrai fare da grande.
Giovedì 28 Agosto 2014
Dario Di Pascale
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