Si chiude con il risultato di 1-1 il primo atto del preliminare di Champions League contro l’Athletic Bilbao di Ernesto Valverde. Al via i ragazzi di Benitez si rendono subito pericolosi con Hamsik e Insigne: quest’ultimo sbaglia un’occasione clamorosa tutto solo davanti a Iraizoz, il portiere basco. Poi gli spagnoli prendono il controllo e passano in vantaggio con Muniain nel finale del primo tempo. La scossa arriva da Mertens, entrato al posto di un pessimo Insigne fischiato dal pubblico di Fuorigrotta, e Higuain, vero fuoriclasse autore di un gol fantastico. Infine le occasioni sprecate da Callejón e Michu e le parate di Iraizoz condannano gli azzurri a cercare l’impresa al San Mamés, uno degli stadi più caldi al mondo, mai espugnato da una squadra italiana.
NAPOLI. Lo Stadio San Paolo è quello delle grandi occasioni. Ancora una notte Champions, tutta da vivere, da gustare, come se fosse l’ultima. Sì, perché come ha dichiarato lo stesso Rafa Benitez nella conferenza della vigilia “L’eliminazione non sarebbe una tragedia”, quasi una provocazione per il pubblico partenopeo che invece è di ben altro avviso. Durante e dopo la partita quelle parole saranno ronzate nelle orecchie a tanti, increduli nel vedere il Napoli imbrigliato dall’Athletic Bilbao come pochissime volte è accaduto in Champions. Una squadra incatenata dalle fitte maglie dei baschi e poi spaventata, atterrita al 41’ dalla rete di Muniain. L’ingresso di Mertens nella ripresa e una magia di Higuain al 67’ hanno evitato che il discorso qualificazione fosse chiuso già all’andata. Le stesse scelte di Benitez restano, per certi versi, incomprensibili. Insistere su Britos nel ruolo di terzino sinistro è insensato: non è propositivo sulla fascia, lasciando il suo avversario omologo libero di proporsi, e anche in fase passiva dimostra lacune di posizione nonché di movimento, palesando grande lentezza. Inserire Michu, inoltre, quando si ha necessità di ribaltare il risultato equivale, è più che evidente, a consegnare un uomo, ancora poco inserito negli schemi della squadra e in fase di ambientamento, in balia dell’avversario. Paradossalmente l’unica scelta azzeccata è stata proprio Gargano, il migliore in campo fino all’ingresso di Mertens, capace di trasformare in applausi a scena aperta i fischi a lui riservati in tutto il precampionato. Resta comunque un rebus l’esclusione di Inler, neanche preso in considerazione tra le sostituzioni. Che sia un segnale mandato al patron De Laurentiis per i tardivi acquisti a centrocampo, lì dove Rafa aveva chiesto i maggiori sforzi?
IL TRIBUTO. Prima del fischio d’inizio, splendida e commovente la coreografia realizzata in Curva B con il nome di Ciro Esposito, vittima degli scontri in Coppa Italia, che viene esibito al centro del settore dipinto d’azzurro insieme ad un eloquente striscione: “Non è un saluto ma un eterno tributo… Sventola il tuo nome nell’azzurro del nostro cuore!!!”. Presente in curva, come annunciato nei giorni scorsi, anche Antonella Leardi, la madre della vittima.
LA PARTITA. Pronti, via e il Napoli è già pericoloso: al 2’ Higuain serve un cross invitante per Hamsik, ma il capitano spreca mandando la palla sopra la traversa. Dopo due minuti ancora lo slovacco semina il terrore nella retroguardia avversaria, il tiro finale però termina a lato. Gli azzurri sembrano padroni del match e al 12’ arriva la prima ghiotta occasione fallita: Jorginho pesca Insigne sul filo del fuorigioco confezionandogli un assist al bacio, ma il folletto di Frattamaggiore, tutto solo davanti ad Iraizoz, non trova l’appuntamento con la palla. Da qui iniziano i malumori con il pubblico che mostra impazienza ogni qualvolta lui prende palla. L’Athletic Bilbao si fa vivo con un tiro in diagonale di Aduriz, ma al 17’ è ancora il Napoli a proporsi nella trequarti avversaria con un cross di Callejón che attraversa tutta l’area senza trovare il tap-in vincente. Allora, proprio nel miglior momento degli azzurri, i baschi cominciano a serrare le fila ed assumere il controllo della manovra: subito pericolosi sui colpi di testa di Gurpegi e di Aduriz, passano in vantaggio al 41’ con un’azione ficcante sulla fascia di competenza di Britos condotta da De Marcos, il quale serve al centro dell’area un assist che Muniain non spreca. È una vera doccia gelata per il San Paolo che riserva già qualche fischio ingeneroso. Nella ripresa sembra svolgersi lo stesso canovaccio, ma il cambio Mertens per Insigne spacca la partita. Si sveglia anche Gonzalo Higuain che al 67’ fa tutto da solo: addomestica una palla scomoda servita da Hamsik, va via in mezzo a tre marcatori e da posizione defilata incrocia il destro che trafigge la porta difesa da Iraizoz. Una perla rara, il gol del Pipita che rimette a galla il Napoli e il discorso qualificazione. Appena due minuti dopo Callejón, servito ancora da Higuain, spreca incredibilmente da due passi dopo aver mandato a sedere l’estremo difensore avversario. All’80’ Michu, appena entrato al posto di Hamsik, ha sul destro la palla del vantaggio ma inspiegabilmente decide di passarla indietro a Callejón che non si aspetta la giocata e arriva in ritardo sulla sfera. All’82’ Mertens prova in prima persona a cambiare le sorti del match, prima con una conclusione a giro miracolosamente respinta da Iraizoz, poi con una serpentina sull’out di sinistra che semina il panico nella difesa spagnola, ma l’assist recapitato al Pipita non viene premiato dal gol perché la conclusione è ancora una volta prodigiosamente sventata dal portiere basco. Termina così un match combattuto, in cui la squadra di Benitez avrebbe meritato maggior fortuna.
IL CASO INSIGNE. Non è piaciuto l’atteggiamento in campo. Ancor meno è stata gradita la sua reazione e quella maglia azzurra tolta e scagliata sulla panchina. L’impazienza del San Paolo tramutata in veri e propri fischi durante la sostituzione del talento napoletano, anche a fronte di una prestazione pessima fornita contro il Bilbao, sembra, però, francamente ingenerosa. Considerata la giovane età e l’enorme importanza di Insigne per il futuro del Napoli e della Nazionale, andrebbe meglio ponderato il trattamento a lui riservato. Lo stesso Benitez nel post partita ha parlato in tal senso: «Lui sente molto la passione dei tifosi, ma a volte non è facile in partite così importanti avere il controllo delle emozioni».
IL RITORNO. Ora è davvero dura. A Bilbao sarà battaglia in uno stadio, il San Mamés, che ha visto capitolare squadre del calibro di Barcellona e Real Madrid. Mai nessuna italiana è uscita vincitrice da quell’arena. Ma Benitez ci crede: «Non ci sono percentuali per il passaggio del turno, nella sfida di ritorno entrambe le formazioni scenderanno in campo per vincere. Io ho fiducia: questa sera abbiamo dimostrato di poter vincere». Sarà utile anche la rabbia di un fuoriclasse come Higuain che dopo la partita ha lasciato poco spazio alle parole: «Non ho molta voglia di parlare, ora voglio riposare e pensare alla prossima partita. Il Napoli deve giocare la Champions perché ha la squadra per poter passare il turno». Decisione, personalità, fermezza, convinzione nei propri mezzi: queste sono le qualità che possono rendere questo Napoli vincente, a partire da mercoledì contro l’Athletic. Il Pipita, condottiero azzurro, ha indicato la strada. Ora non resta che attendere, trepidanti, il giudizio degli ultimi novanta minuti. Dentro o fuori, esaltazione o scoramento: il destino passa da Bilbao.
Mercoledì 20 Agosto 2014
Dario Di Pascale
www.zerottouno.it