Sono passati già vent’anni dalla morte dell’attore Massimo Troisi. Questo ci ha lasciati tutti con l’amaro in bocca, con la rabbia e l’irrequietezza di chi ha perso qualcosa di importante. Con lui se n’è andato un pezzo della nostra cultura, era il timido comico che quando saliva sul palco trasformava il suo difetto nella sua più grande forza. Un grande al teatro e al cinema, una carriera che nasce per scherzo, tra amici. In un intervista disse: “Non ho cominciato questo mestiere con premeditazione. Ero poco più che adolescente, passato già attraverso la rivoluzione, l’America, le donne e i motori… insomma tutta la trafila. Così mi sono ritrovato a fare l’attore per alcuni amici che avevano messo su uno spettacolino. Io ero convinto di essere timido, ne ero sicuro; poi, stando «là ’n coppa» con le luci in faccia, senza vedere la gente che stava sotto a guardare, mi sono accorto che invece stavo proprio bene. Mi è venuta voglia di continuare, di scrivere le mie cose, e la gente ha fatto il resto: si è messa a ridere”. Un poeta della vita, morto il giorno dopo la fine delle riprese del suo ultimo film “Il postino”, vincitore di un oscar, un film dal quale traspare tutta la sofferenza e la voglia di combattere e andare avanti nonostante tutto. “Più che un ricordo per me Massimo Troisi è una presenza giornaliera. Da 20 anni tutti i giorni c’è sempre qualcuno che mi parla del film il Postino e di lui. Mi emoziono sempre doppiamente quando penso ai giorni delle riprese e questo è un modo per non farlo andare mai via”. Ha detto l’attrice Maria Grazia Cucinotta, aggiungendo che “Mi emoziono anche perchè pensando a Massimo sul fatto che la semplicità e la verità sono valori importanti che vanno dritti al cuore e non vanno più via”.
Gianluca Nariello da www.ilvaporetto.com