Ieri si è tenuta la seduta di fine anno del Parlamento delle Due Sicilie e tra i vari interventi non  passato sotto silenzio l’ennesimo atto di una colonizzazione che ci perseguita da più di 150 anni, Con rammarico e con un successivo nodo alla gola si è appreso che la direzione della Alenia è stata spostata al nord di questa povera Italia meridionale. E’stata  così appagata l’inestinguibile appetito della Lega che tramite un’azienda collegata alla citata Alenia che pur essendo più piccola sia di cervelli che di tecnologia ha fagocitato uno dei pochi fiori all’occhiello prosperato sul fecondo suolo benedetto da Dio in quello che fu nel XIX secolo la parte più industrializzata  dell’Italia. Ormai i giochi sono fatti e la nuova direzione del gioiello industriale, antimeridionalista e xenofoba, ha sostituito e allontanato chi con dedizione si era fatto apprezzare in tutte le parti del mondo per serietà e per tecnologia avveniristica.  E’ una vergogna! Siamo annichiliti, la crisi ci ha depressi, il debito pubblico ci spaventa, chi lo pagherà ? Facciamo parte nostro malgrado di un sistema economico dove le leve di comando sono altrove avendo una moneta che poggia sul nulla anzi sul debito che nel dopoguerra si è allargato a dismisura, non si è pensato a ridurlo ma ogni qual volta che si dovevano pagare gli interessi si ricorreva ad altro prestito senza intaccare la sorta capitale. Il meccanismo per creare moneta è semplice e nello stesso tempo perverso un esempio chiarirà il funzionamento. L’Italia ha bisogno di danaro per finanziare politica e sviluppo cosa fare,  emette certificati CCT, BTP, BOT o altro con la promessa di pagarli a tempo debito, non potendo stampare carta moneta a piacimento si delega questa funzione alla banca d’Italia che ne metterà a disposizione tanta quanto è l’ammontare della emissione. Il danaro così creato, poggiante sul nulla, va a rifluire nelle varie banche che lo commercializzano  prestandolo a chi ne fa richiesta e ha i requisiti. Ovviamente  si dovrebbe fare niente per senza niente  ma purtroppo va diversamente  si chiede l’interesse sulle somme date in prestito, il danaro per pagarlo non c’è non è stato emesso  e si verifica che il soggetto impossibilitato a procurarselo resti a bocca asciutta e fa bancarotta. Portando questo esempio del soggetto privato si osserva che il soggetto pubblico Italia si trova nella stessa situazione siamo sull’orlo del baratro precipitiamo ma forse non ci faremmo tanto male.  Abbiamo cambiato governo, la  allegra democrazia ha fallito, comandano ora le banche che rastrelleranno quel poco di danaro che ancora circola, poi il buio addio al  commercio,  all’industria , forse ci sarà la vecchia agricoltura a sorreggerci.
Un’idea l’avrei, ancorare una nuova moneta forse all’oro ma no è vecchia preferisco non dirvelo ora, forse alla prossima.
Don Felice Abbondante, Presidente Onorario del Movimento Neoborbonico