Forse non lo abbiamo ancora capito o forse non lo vogliamo capire ma da circa un decennio l’agenda politica-economica del nostro Paese la sta dettando l’Unione Europea. Pertanto possiamo batterci i pugni in petto come vogliamo, possiamo festeggiare, non si capisce cosa, ma le cose non solo non cambieranno ma probabilmente qualcuno farà finta che stanno cambiando, quindi immaginate un po’: finiremo dalla padella alla brace. Forse qualche conto è stato sbagliato quando siamo stati deportati (giusto o sbagliato, il tempo è galantuomo), nell’avventura moneta unica europea. Con questo non voglio difendere l’indifendibile, ma tutti i direttori d’orchestra quando la partitura è squadrata e l’insieme non funziona possono fare poco o niente.Viviamo una crisi mondiale che paradossalmente ha toccato meno il nostro Paese rispetto agli altri. Ammettiamolo onestamente: giro spesso e noto comunque i ristoranti pieni, le sale dei Multicinema idem, l’altro giorno ho notato una fila educatissima fuori ad un prestigiosissimo negozio di abbigliamento griffato, il paese Italia continua la sua storia nonostante tutto, compreso qualche scappatella di troppo di Berlusconi. Adesso che Berlusconi si è fatto da parte cosa cambierà? Niente, la partitura non sarà più diretta dal maestro di Arcore ma dal maestro padano di Varese. Due località “vicinissime”. Le disposizioni dettate della UE saranno applicate da Mario Monti: è successo semplicemente questo. Il Sud? nessuno ci pensava prima, nessuno ci penserà ora e il nuovo governo vanta già il record negativo di ministri meridionali nella storia repubblicana (2 su 16 e all’agricoltura e alla difesa). Niente da festeggiare al Sud come al Nord: possibile che gli italiani non l’abbiano capito? alessandro romano