Qualche giorno fa sul Corriere del Mezzogiorno è stato pubblicato un articolo, a firma Alesina e Giavazzi,  “Dieci proposte (a costo zero) per dare una scossa all’Italia”. Possiamo essere d’accordo su diversi punti, ma di certo rifiutiamo perché offensiva la proposta che ipotizzava una riduzione  dello stipendio del pubblico impiego nelle regioni del Meridione per  il più basso costo della vita,questo secondo gli autori spingerebbe l’occupazione verso il settore privato. Riteniamo questa una proposta frutto di un ormai ricorrente animus discriminatorio antimeridionale. Intanto riteniamo giusto separare la capacità di occupazione del settore pubblico e del settore privato poiché non comparabili poiché il primo è un costo dello Stato per funzionare mentre il privato prevede la realizzazione di un utile d’impresa.
Poiché il mercato ha alla base il binomio domanda ed offerta non si capisce per quale motivo lo Stato,stabilito un compenso per mansione ,dovrebbe modularlo su base regionale. Se così facesse essendo il costo della vita direttamente proporzionale all’inflazione ed alla moneta circolante ,condannerebbe le regioni povere ad essere sempre più povere. La minor capacità di spesa degli occupati nel pubblico impiego penalizzerebbe le residue potenzialità dei piccoli imprenditori locali,degli artigiani e dei commercianti con ulteriore impoverimento e disoccupazione territoriale .Pioverebbe sul bagnato ! Una scelta del genere in un territorio a basso sviluppo imprenditoriale qual è oggi il Mezzogiorno a questo condannato dalla scarsa competitività per la carenza di infrastrutture e servizi da una politica disattenta,segnerebbe il definitivo tramonto dell’economia meridionale e con essa di quella nazionale.
Infatti solo la Lega Nord  non capisce che lo sviluppo economico nazionale sarà meridionale o non sarà. Diversa sarebbe la nostra posizione se si parlasse di rilancio dell’economia meridionale,per questo sarebbero necessari tanti provvedimenti tali da rendere competitivo il territorio ed in grado di attrarre capitali di investimento solo in questa ottica potremmo accettare di trasformare la debolezza economica del Mezzogiorno in un ulteriore fattore di competitività equiparando lo stipendio all’effettivo costo della vita naturalmente con contratti da rivalutare periodicamente perché è evidente che con l’aumento dell’occupazione aumenterebbe anche il costo della vita.
Enzo Maiorana, Presidente di Noi Meridionali