Qualche giorno fa il Napoli giocava la sua prima gara in Champions: a collegamento televisivo internazionale appena partito, due ragazzi si affrettavano a srotolare una bella bandiera del Regno delle Due Sicilie inquadrata (volenti o nolenti) dalle telecamere di tutto il mondo. Sempre qualche giorno fa, l’attaccante napoletano del Padova, Aniello Cutolo, dopo aver realizzato un grande gol nei minuti finali contro il Verona (2 a 2 il risultato finale), ha festeggiato in maniera plateale contro lo stadio veronese famoso per il suo razzismo antinapoletano e antimeridionale. Ancora più plateale i festeggiamenti a muso duro contro Mandorlini, allenatore del Verona: in una sua recente intervista Cutolo ha ribadito di avere “zittito” Mandorlini dopo le sue dichiarazioni estive contro i “salernitani terroni”. Si tratta di due gesti piccoli ma molto significativi: due piccolissime forme di “eroismo”con l’orgogliosa esibizione del simbolo del Sud nello stadio inglese e con quella rabbiosa e fiera reazione di Cutolo di fronte ad uno stadio intero completamente ostile. Due segnali di quella voglia di “uscire (finalmente e dpo 150 anni) dalla minorità” (prima di tutto culturale e quasi “gestuale”) auspicata dal grande Pino Aprile di “Terroni”?
alessandro romano e salvatore lanza
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