Ma quale vittimismo? Quando si toccano certi argomenti è facile che gli avversari (preoccupati) ti accusino di fare il solito “vittimismo”. E’ altrettanto facile che molti tifosi finti e pseudo-imparziali (perché il tifoso vero, si sa, è parziale altrimenti non sarebbe un “tifoso”), ti possano muovere la stessa accusa. Occorre, però guardare fatti o cose e i fatti e le cose del nostro campionato di calcio non riguardano mai solo il calcio. Sappiamo tutti quali e quanti interessi si muovono intorno a questo sport e quali e quante passioni e rivalse vadano ben oltre quel rettangolo verde tanto più se parliamo di Nord e Sud e se parliamo di Napoli e del Napoli. A proposito di fatti o cose, allora, l’ultima giornata ha confermato una tendenza già evidente da diversi mesi: il Napoli lassù non piace ad un certo sistema, non fosse altro che per ragioni di bilancio. In un intero torneo spesso si compensano torti e favori ma (a detta di diverse testate non campane), anche considerando magari il gol-non gol contro la Lazio di domenica scorsa, senza certe scelte arbitrali il Napoli oggi sarebbe oltre il Milan. Proprio nell’ultima giornata alcuni casi significativi: da un lato il numero dei cartellini gialli a nostro danno e la mancata espulsione plateale del portiere sull’azione del rigore nella partita stravinta contro il Bologna. Dall’altro le mancate ammonizioni durante Fiorentina-Milan e il rigore non dato ai viola: se avete visto la partita (come hanno fatto tanti napoletani), vi sarete resi conto che in occasione di falli laterali, calci d’angolo, punizioni e ammonizioni o dello stesso rigore negato alla Fiorentina (magari senza il microscopio della moviola) l’arbitraggio non aveva mai alcun dubbio ed era tutto di segno rossonero. Se a questo sommiamo le giornate di squalifica confermate a Lavezzi (per prova tv più che controversa) e quelle ridotte a Ibra, il quadro non è rassicurante. E’ chiaro poi, che, come dimostrano le inchieste sulla Juve di Moggi, gli eventuali “aiutini” alle squadre già forti (difficile far vincere uno scudetto al Chievo), a fine campionato risultano comunque decisivi. L’unica arma sono la rabbia e l’orgoglio della società di De Laurentiis e dei ragazzi di Mazzarri.. E allora, piaccia o no a qualcuno, siamo autorizzati ancora a ancora sognare… S.L. E G.D.C.
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