(ANSA) – ROMA, 1 GEN – ”Non ci furono solo eroi a sacrificarsi per l’Unita’ d’Italia come ha detto Napolitano. Ma anche e in buona parte i mafiosi. L’Italia unita fece comodo soprattutto a loro, tant’e’ che la sostennero attivamente e militarmente. Altro che ‘eroi’ ”. Lo dice il leghista Mario Borghezio intervistato da Klaus Davi al talk show politico KlausCondicio. “Mentre e’ stata fatta chiarezza sulla ‘guerra civile’ italiana grazie agli storici di sinistra, sul ruolo della mafia nel Risorgimento c’e’ stato il blackout anche da parte del Presidente Napolitano, al quale vanno tutto il mio rispetto e la mia stima, ma che ha perso un’occasione per fare chiarezza”, sostiene Borghezio, che aggiunge: “E’ storia. E’ sacrosanta verità: l’Unita’ d’Italia avvenne grazie al contributo determinante delle organizzazioni mafiose. Napolitano avrebbe dovuto dire che Garibaldi entro’ a Napoli accompagnato dai boss della camorra. E in cambio regalo’ le pensione alle figlie dei capi camorristi. Questo fu il sigillo, quello della mafia non dell’eroismo. Senza parlare della rapina del Banco di Napoli e il saccheggio delle risorse pubbliche da parte della classe dirigente del sud che inziò da li”.
“Napolitano – dice ancora Borghezio – si e’ dimostrato intelligente e serio ad inserire per primo il nome di Cattaneo fra i grandi pensatori del Paese. E’ una persona di grandissima levatura intellettuale ma ha perso l’occasione di dire con chiarezza che l’Unita’ d’Italia si e’ fatta con mezzucci, potenze straniere, mafia. Il Risorgimento per il nord e’ stato una fregatura.” Quello di Borghezio non è un parere isolato nella Lega: “Se c’e’ stata l’Unita d Italia lo dobbiamo anche alla mafia e alla camorra, questo andava detto a mio avviso. Dobbiamo ringraziare le due organizzazioni criminali che hanno sostenuto attivamente le imprese di Garibaldi e la conquista di citta’ del sud come Napoli”, ha detto Francesco Speroni, europarlamentare, intervenendo a sua volta nel programma di Klaus David.
(ANSA)
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