Quel prestito mai restituito dai Garibaldi… L’Archivio del Banco di Napoli ha realizzato un progetto (“Frammenti e memorie”) per visite guidate presso la sede dell’antico Banco napoletano a cura della Fondazione Banco di Napoli e il patrocinio di Comune di Napoli e Regione Campania. Tra le centinaia di documenti esposti e consultabili (ancora per qualche giorno) in maniera anche multimediale, però, ne manca uno dei più interessanti e che, proprio nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Italia unita, poteva avere una sua valenza storica.
Non è stato esposto, infatti, il carteggio che vedeva coinvolto, tra il 1874 e il 1883, il direttore del Banco, Garibaldi e il figlio Menotti che aveva avuto in prestito la consistente somma di duecentomila lire (circa ottocentomila euro attuali). Lo stesso “eroe dei due mondi”, sollecitato per la dovuta restituzione, si dichiara “reponsabile” di quel prestito ma dopo quasi dieci anni, mentre il Banco sta per decidere se sollecitare ancora il pagamento o procedere ad una scandalosa esecuzione forzata contro le proprietà di famiglia, Menotti, il 7 luglio 1883, su carta intestata della Camera dei Deputati, scrive al direttore della banca che il governo aveva deciso di “regalare” la somma dovuta.
Senza entrare nel merito dei danni (saccheggi, massacri, deportazioni e colonizzazioni) che Napoli e il Sud hanno subito dopo l’arrivo di Garibaldi, è chiaro che quei documenti contrastano con la solita figurina retorica e risorgimentalistica dell’eroe “povero e abbandonato”, ma è altrettanto chiaro che la verità storica, dopo 150 anni, andrebbe comunque ricostruita e raccontata anche per capire meglio ruoli e personalità dei cosiddetti “padri della patria” (nella foto il documento riprodotto in E. De Biase, L’Inghilterra contro le Due Siciie).
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