Comunicato stampa. L’accordo proposto dai vertici Fiat agli operai dello stabilimento di Pomigliano è un vile ricatto operato nei confronti dei lavoratori del meridione italiano.
“Dire o bevete o affogate, sostiene Nino Sala presidente di Alleanza Etica, alla vigilia di un referendum confermativo di un accordo del genere che limita i diritti dei lavoratori, così difficilmente conquistati, che praticamente introduce la possibilità del licenziamento senza giusta causa e che impone il 18° turno orario agli operai significa solo una cosa: o lo votate e supinamente diventate degli schiavi salariati oppure noi gli schiavi li andiamo a comprare in Polonia. Una cosa vergognosa, fatta ai danni di un territorio come quello di Pomigliano che se la Fiat, dopo averlo prosciugato di uomini e risorse, lo lasciasse manderebbe sul lastrico un intera regione.”
E questa vigliaccata si somma al fatto che Marchionne ha già annunciato la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, lasciando morire fabbrica e indotto, così da potere noi oggi affermare che c’è un piano di abbandono al proprio destino di povertà e miseria l’intero meridione da parte, non solo della Confindustria e della Fiat, ma anche del governo, del parlamento e di alcuni sindacati, che con la loro accondiscendenza a questo vile ricatto stanno decretando la devastazione del tessuto industriale che ha sede nel sud.
“Mi chiedo, continua Nino Sala, dove sono i meridionalisti e i sicilianisti che godono delle prebende del potere raggiunto con i nostri voti? Dove stanno coloro che dicono dai banchi del governo di essere i difensori del sud? fanno finta di non vedere? Perché nessuno parla o dissente da questa politica industriale scellerata? ora basta con le ipocrisie, noi siamo a fianco dei lavoratori del sud e in questo momento di particolare attenzione di quelli di Termini Imerese e di Pomigliano…sveglia meridione o sei fritto.”

 

 

Ufficio stampa
Alleanza Etica
(foto adnKronos)