Il Movimento Neoborbonico, dopo l’apertura delle celebrazioni dei 150 anni dell’Italia unita, in considerazione degli spazi televisivi dedicati all’evento (ed in particolare della puntata di Porta a Porta del 5 maggio) ed in previsione di quanto avverrà per il prossimo anno, ha inviato un appello con richiesta di audizione alla Commissione Parlamentare di Vigilanza della RAI a difesa della verità storica e nel nome di una vera “par condicio” storico-culturale. Come da più parti sostenuto anche da parte di autorevoli esponenti del governo e dello stesso presidente del Consiglio Berlusconi, le prossime celebrazioni dovrebbero essere l’occasione per uno studio serio e un’analisi complessiva dell’unificazione italiana anche nel rispetto dei suoi aspetti meno conosciuti.
In questo senso andrebbe riletta, alla luce di una storiografia spesso non ufficiale ma documentata e scientifica, la storia del Sud preunitario e delle conseguenze che l’antico Regno delle Due Sicilie fu costretto a pagare: dal massacro di migliaia di cosiddetti “briganti” alla deportazione dei soldati del suo esercito nei lager del Nord, dalla fine dei tanti primati positivi (in testa quelli economici) allo smantellamento delle fabbriche e delle strutture produttive e decisionali, dal saccheggio delle banche all’inizio di tragedie ancora attuali come quella dell’emigrazione o di una questione meridionale tuttora irrisolta.
In considerazione del fallimento storico della costruzione di un’identità nazionale (sancito dalle difficoltà continue dello stesso Comitato Ufficiale per le celebrazioni nonostante i finanziamenti pubblici comunque milionari), la strada per la costruzione di una vera identità nazionale non può non passare per la verità storica e rischia di andare incontro a nuovi fallimenti se si continua a seguire la retorica evidenziata nei primi giorni di queste celebrazioni o memorie tutt’altro che “condivise”.
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