Nella mattinata di giovedì 2 dicembre al Museo Diocesano di Napoli si è svolta la presentazione del romanzo di Raffaele Bussi “Santuari, l’avventura umana di Gaetano Errico”(ilmondodisuklibri). Sono intervenuti oltre all’autore, padre Salvatore Izzo dei “Missionari dei Sacri cuori di Gesù e Maria”, Aniello Montano, docente di Storia della filosofia all’Università di Salerno, padre Adolfo Russo del Museo Diocesano, Vincenzo Colimoro, moderatore della discussione e la giornalista e scrittrice Donatella Gallone de “ilmondodisuk”. Il romanzo esamina l’avventura umana di padre Gaetano Errico, santo dal 2008, nato e cresciuto a Secondigliano, alla periferia di Napoli in un momento storico molto particolare per il capoluogo partenopeo, tra la rivoluzione napoletana del 1799 e l’Unità d’Italia del 1861. L’autore Raffaele Bussi ha spiegato ai presenti la genesi della sua opera a partire da studi sulla periferia di Napoli che lo hanno portato a contatto con la Congregazione dei “Sacri Cuori”, fondata proprio da Gaetano Errico: da qui l’incontro con padre Salvatore Izzo e la scelta di dar vita ad un romanzo sulla storia di un uomo che nella sua semplicità e quotidianità può essere considerato un santo “eroe”. Bussi ha spiegato inoltre la grandezza di Gaetano Errico in quanto precursore di ben due secoli delle figure dei così detti “preti rossi”, quei sacerdoti che hanno dedicato la propria vita al sostegno dei meno fortunati; inoltre Gaetano Errico prima che si parlasse della “famigerata” questione meridionale ha dato risposte concrete al problema affrontando di persona una realtà non sempre semplice: il santo di Secondigliano subì ben tre attentati e nonostante tutto rifiutò qualsiasi scorta, tema quello di attentati e scorte mai attuale come ora. L’autore del romanzo e l’intero parterre hanno analizzato in particolar modo la figura di Gaetano Errico attualizzandola in un contesto storico altrettanto complesso come quello contemporaneo: il sacerdote di Secondigliano non è ricordato per particolari miracoli o in quanto dotto teologo, ma per le sue doti ordinarie messe a disposizione dei più deboli e della propria città. Doti ordinarie a disposizione del prossimo e dell’ambiente che ci circonda: anche di questo avrebbe bisogno la nostra città per uscire dal torpore che la caratterizza. “Molti doveri, qualche diritto e un fine” queste le parole del Santo ai confratelli riportate da Bussi, questo l’invito di padre Adolfo Russo ai cittadini partenopei: la questione meridionale purtroppo è ancora irrisolta e serve l’impegno di tutti per sperare e cambiare.
Roberta Gargiulo
Domenico Matania