Crolla  palazzina ad Afragola. Il violento nubifragio della notte tra venerdì e sabato ha provocato il crollo di una palazzina ad Afragola, in provincia di Napoli. La caduta dell’edificio ha causato tre vittime, una coppia di giovani e una donna anziana che al momento della tragedia si trovava in casa con la nipotina di dieci anni. La bimba dopo ben quindici ore dal crollo è stata estratta viva dalle macerie nella commozione e nello stupore dei presenti, grazie all’ottimo lavoro dei vigili del fuoco dei cani da valanga che l’hanno individuata in una bolla d’aria creatasi dopo il crollo. Si è aperta un’inchiesta sulle cause del cedimento, ma le motivazioni appaiono abbastanza chiare: la palazzina sorgeva su una cavità che rendeva l’edificio instabile e molte travi sono risultate marce. Una riflessione è d’obbligo anche perché Napoli detiene a riguardo un primato tutt’altro che positivo: il capoluogo partenopeo ospita, rispetto alla media nazionale, gli edifici con il maggior numero di anni. Per ora non resta che unirsi al dolore per il tragico evento.
 
L’unita’ d’Italia secondo Emanuele Filiberto. Dopo aver colonizzato il palinsesto RAI Emanuele Filiberto non accenna a farsi da parte e, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, parla di Napoli, della Campania, del Sud e dell’Unità d’Italia, insomma di questioni sulle quali sarebbe meglio che il Principino non si esprimesse. Ancora una volta parla di amore viscerale verso la città di Napoli e cerca di proporre soluzioni riguardo la questione meridionale. Ma il meglio di sé Emanuele Filiberto lo dà quando parla di storia perché, non si sa a che titolo, sta mettendo insieme documenti,racconti familiari e ricerche per una nuova ricostruzione dell’Unità d’Italia. Parlando del degrado del sud legato all’Unità voluta dai suoi avi, il rampollo, molto mal informato afferma che i Borbone portarono al Sud crisi e degrado e che quindi l’unica colpa della neonata Italia dei Savoia fu quella di non pensare di risolvere i problemi del mezzogiorno. Peccato che nella ricostruzione del Principe non si parli di splendore del Sud prima dell’Unità, di uomini uccisi catalogati come briganti e dell’emigrazione, fenomeno che,guarda caso, nel sud Italia ebbe inizio in concomitanza dell’invasione sabauda.
Casal di Principe: scritte pro-Saviano. Eppur si muove! Proprio qualche giorno fa un articolo de “Il Nuovo Sud” esaminava il problema di un’assenza completa di una coscienza civile da parte dei napoletani e il fenomeno delle scritte che hanno invaso ogni angolo della città. Stavolta però delle scritte apparse a Casal di Principe hanno un sapore del tutto diverso; sul muro di cinta dello stadio sono apparse due iscrizioni che inneggiano a Roberto Saviano, chiaramente contro il clan camorristico dei Casalesi: “W Saviano” e “10-100-1000 Saviano”. Solo due anni fa su di un muro poco distante dallo stadio di Casal di Principe Saviano veniva etichettato come  “verme”. Fin’ora solo una firma “CN”  ad individuare gli autori del coraggioso gesto, ma ciò che è certo è che gli abitanti di Casal di Principe sono stufi di essere associati ad uno spietato clan camorristico. Qualcosa si muove perché anche un così piccolo segnale può dare tanta linfa alla speranza di veder risollevate le sorti della nostra terra: che sia davvero la svolta? 
di Domenico Matania
FOTO (ANSA)