Stando alle dichiarazioni di un rappresentante delle Istituzioni gli italiani sarebbero un popolo di “stro..i”, questa è la conferma che ormai siamo realmente “alla frutta”, anzi all’amaro!
Quale politico in passato si sarebbe sognato, in pubblico, di definirci in tal modo? Questi signori che, nulla hanno di onorevole, ormai scollati come sono dalla vita reale nulla hanno a che vedere con noi, probabilmente non ce l’hanno mai avuto, nella stragrande maggioranza dei casi non hanno mai lavorato in vita loro e la fatica ed il sacrificio non sanno nemmeno cosa sia, quindi come possono capire chi ogni giorno lotta per andare avanti e garantire la sopravvivenza per se e per le proprie famiglie? Dall’alto dei loro stipendi e dei loro privilegi decidono per noi, decidono della nostra sorte, della nostra vecchiaia; innalzano il tetto dell’età pensionabile mentre loro con due anni e mezzo di legislatura si garantiscono la pensione a vita.
Vengono a parlarci di crisi alle spalle e di lavoro, ma quale lavoro? In Italia oggi si produce ben poco, e quel poco non basta più per gli italiani, come può bastare anche per gli immigrati? Immigrati…nota dolente, vista la reazione sproporzionata del Presidente della Camera!! Nel Regno delle Due Sicilie gli stranieri che volevano la cittadinanza dovevano essersi distinti per il loro talento, dovevano aver reso un importante servizio allo Stato, o dovevano dimostrare di essere residenti nel Regno da dieci anni consecutivi ed essersi sorretti onestamente. Ed ora? Oggi li vediamo arrivare assiepati su barconi, come nelle case che prendono in affitto o sotto i ponti ed i giacigli delle stazioni. Gli uomini delle istituzioni, quelli che ci dicono che siamo stupidi (uso questo termini per non essere scurrile) ci parlano di integrazione che nessuno di noi discute, ma le modalità applicate a sono sbagliate, perché siamo al paradosso è più opportuno definirsi rumeno, nigeriano piuttosto che italiano o addirittura napoletano. Nell’equazione delle due I (Italiani: Immigrati) esiste il terzo fattore gli imprenditori, quelli disonesti, che licenziano gli italiani per assumere la manovalanza a basso costo degli immigrati. Magari sono gli stessi che sponsorizzano le campagne elettorali a questo o a quel politico per avere favori e privilegi e poi preferiscono “dislocare”, ossia avere dei fondi statali per andare a produrre all’estero in nome di una globalizzazione che è stata l’apoteosi del caos, un marasma in cui chi era ricco lo è diventato ancora di più. Cosa dobbiamo aspettare ancora per indignarci sul serio?! Che ci tolgano la salute? La vita? Beh, ci siamo vicini, visto l’andamento economico, in molte regioni le prestazioni sanitarie sono in parte o totalmente a carico del paziente; mentre tutti i politicotti locali e nazionali fanno dell’abbattimento agli sprechi il loro cavallo di battagli. Gli sprechi, voluti da assessori, medici e case farmaceutiche conniventi continuano se non addirittura aumentano e chi ci rimette siamo noi. Pensate a tutte quelle persone che, loro malgrado, si sono ammalate e come fonte di sostentamento hanno una misera pensione e visto il sistema corrotto e contorto su cui si fonda la Sanità in Italia la malattia è un lusso, in casi estremi costa più di un SUV, quindi cosa gli resta da fare?! E poi ci definiscono “stronzi”, forse lo siamo per davvero, perché continuiamo a votarli e a garantirgli i privilegi e lo stipendio.
Sonia Falace
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