Se n’è andato don Ernesto Cacialli, storico pizzaiolo napoletano: quando accusano la nostra città e il Sud di non avere una classe imprenditoriale bisognerebbe fargli leggere la storia di Ernesto Cacialli. Dalla pizzeria Di Matteo a quella del Presidente, sempre in via Tribunali, sempre nel cuore del centro antico, ha fatto nascere e crescere delle vere e proprie “fabbriche”, con amore, passione e rigore: gli stessi elementi, come ci raccontarono, che lo spingevano a buttare via frittatine e pizzette anche se mancavano solo pochi grammi del “protocollo” secolare e ampiamente sperimentato. Ci piace ricordarlo dietro il suo bancone e sempre pronto ad entusiasmarsi per nuovi progetti o iniziative che lo portavano ogni tanto in giro per il mondo. Ci piace ricordarlo per l’abbraccio a Clinton e anche per quello a Carlo di Borbone, l’erede di quel trono di un Regno, quello delle Due Sicilie, di cui don Ernesto era amante e degnissimo rappresentante. Ai suoi ragazzi, ora, l’abbraccio de Il Nuovo Sud e dei neoborbonici e il compito, difficilissimo ma obbligatorio, di continuare la sua grande tradizione.    
Era d’obbligo passare a salutarlo anche senza fermarsi a mangiare, solo il piacere di rivederlo e scambiare quattro chiacchiere. Siamo cresciuti insieme ai suoi figli, Enzo, Gino, al genero Felice e a tutta quella “famiglia”, rappresentata prima da “Di Matteo” e dopo “Dal Presidente”. Siamo stati a cena tutti i giovedì dal 1993 fino pochi anni fa, quando siamo andati via dal centro storico con la nostra associazione. Lo ricorderemo sempre! Un abbraccio affettuoso a tuti i suoi cari. 
Gernnaro de Crescenzo e Salvatore Lanza
 
(foto  www.ilmattino.it)