Si è svolto in Calabria un importante evento che pone le basi per un allargamento culturale che coinvolge tutta l’Europa.
L’Agenzia Scuola (AS) – per il tramite dell’Agenzia Nazionale LLP – Lifelong Learning Programme- ha proposto una Visita di Studio per cui il competente ufficio European Centre for the Development of Vocational Training (CEDEFOP), con sede a Salonicco, ha ammesso all’attività dieci specialisti, tra Ispettori, Professori universitari e Dirigenti, nel campo educativo, provenienti da Turchia, Francia, Germania, Belgio, Romania e Spagna, che hanno visitato Reggio Calabria, città e provincia, e parte della provincia di Vibo Valentia, dal 9 marzo al 13 marzo 2009.
L’attuazione della Visita dal titolo « Le système d’éducation dans son environnement en Calabre » , prevista nell’ambito del Programma Trasversale dell’Agenzia LLP come supporto alla cooperazione e all’innovazione europea, è stata organizzata e curata da Cinzia Lamberti, docente tecnico del nucleo territoriale della Calabria, centro di riferimento dell’Agenzia Scuola con sede a Firenze.
L’attività di studio si è svolta in collaborazione oltre che con le scuole anche con le altre agenzie extrascolastiche, formali, non formali ed informali, e con tutti i soggetti istituzionali responsabili dell’organizzazione socioculturale delle zone interessate.
Tutti, infatti, hanno il compito istituzionale di promuovere negli studenti la conoscenza del patrimonio culturale e artistico, a partire dal proprio territorio, sviluppando il senso di appartenenza, l’interesse, il rispetto, la consapevolezza della propria e dell’altrui cultura. Pertanto, il motivo dell’organizzazione della Visita è stato dettato dall’opportunità di cogliere l’occasione di suscitare e garantire esperienze di scambio culturale tra esperti in campo educativo, provenienti da varie Nazioni europee, e le scuole configurate come sistema aperto al territorio della Calabria, al fine di costruire una futura omogeneità del sistema educativo e formativo europeo che si esplichi in un modello comune e condiviso.
I visitatori hanno avuto modo di conoscere meglio la Calabria e la sua scuola che interagisce socialmente e culturalmente con l’ambiente e con gli altri segmenti formativi, garantendo, attraverso il lavoro personale e collegiale dei docenti, una finalizzazione unitaria, coordinata e multidirezionale del processo formativo.
Presentando la corretta interpretazione dell’articolata situazione calabrese, l’identificazione degli obiettivi educativi e formativi, la scelta e l’organizzazione di metodi, strategie e risorse, la conoscenza della verifica e della valutazione dei risultati, i graditi visitatori hanno potuto definire più adeguatamente il ruolo della scuola, della società calabrese e parte della relativa storia.
Ciascuno ha potuto verificare se e quanto il percorso della dimensione europea dell’educazione e dell’istruzione progredisca nel sistema e nella propria realtà, nella consapevolezza e nell’azione degli operatori, amministratori, studenti ed alunni, diventandone testimone critico dinanzi agli altri rappresentanti della scuola dei vari Paesi europei, egualmente impegnati nell’impresa.
Nel corso degli incontri le singole istituzioni hanno messo in evidenza, oltre che l’assetto tipico del proprio ordine e grado, il rapporto interattivo che in ciascuna realtà esse hanno stabilito con il territorio attraverso le intese interistituzionali, la pianificazione dell’offerta formativa, l’azione educativa, l’utilizzazione delle risorse professionali proprie e di sistema, lo studio e la conoscenza del patrimonio culturale archeologico e ambientale, le imprese economiche e produttive, la popolazione con le sue tradizioni, le forme di vita e di presenza attiva.
I luoghi visitati hanno dato testimonianza di cultura e bellezza artistica e paesaggistica.
Il primo giorno il gruppo è stato ospitato dalla cittadina di Laureana di Borrello, dove i tre Dirigenti scolastici e il Sindaco hanno dato mostra delle peculiarità rispettivamente della scuola e del territorio; inoltre, il Sindaco ha fatto omaggio a ciascuno di una mirabile copia della Divina Commedia tradotta in dialetto calabrese dal compianto sacerdote Don Blasi e, ancora, è stato fatto dono a ciascuno del gruppo di un cofanetto dal nome “Made in Calabria” che raccoglie tutti i migliori sapori calabresi.
Il secondo giorno particolare importanza è stato sottolineare anche la presenza nell’ambiente del territorio calabrese dei resti di veri e propri insediamenti industriali, testimonianza di come la Calabria sia stata antesignana della stessa rivoluzione e, quindi, di come una terra, oggi additata come arretrata, povera e criminale, sia stata invece anche anticipatrice dell’età moderna in quanto culla di un evento quale la Rivoluzione industriale che, attraverso una crescita socioeconomica su vasta scala e senza precedenti, ha gettato le basi dell’Europa unita. Infatti, il 10 marzo 2009 i nostri stimati concittadini europei hanno passato una piacevolissima giornata a Stilo (RC), (peraltro luogo natale di Tommaso Campanella), dove sono stati accolti calorosamente dal personale dell’Istituto Comprensivo e, nel pomeriggio, dall’Amministrazione e da colti funzionari comunali nonché dal Presidente dell’ACAI, acronimo di Associazione culturale di archeologia industriale, che ha fatto anche visionare un reportage sul tema della Rivoluzione industriale andato in onda sulla RAI.
Negli incontri pomeridiani si è messo in evidenza, difatti, proprio come in questo territorio siano presenti i resti delle ferriere calabresi la cui costruzione avvenne perché il luogo si mostrava logisticamente favorevole allo sfruttamento del ricchissimo giacimento di ferro delle miniere proprio attorno a Stilo.
Grazie all’enorme quantità di ferro estratto da tali giacimenti ed anche nelle miniere della vicina Pazzano, conosciuti fin dai secoli a.C., nacquero qui diverse ferriere tra le quali quelle site nei boschi di Ferdinandea ed quelle del complesso dell’Assi, costruite lungo il corso dell’omonimo fiume, dove furono realizzati, nel 1754-55, sul modello dell’architetto Luigi Vanvitelli, gli oltre duemila tubi necessari per la costruzione dell’acquedotto che avrebbe rifornito la Reggia di Caserta, oggi patrimonio dell’Unesco.
In quell’occasione, probabilmente, la famiglia proprietaria del complesso siderurgico commissionò al Valvitelli, allora casale di Stilo, l’edificazione nel territorio di Stignano di villa Caristo, (oggi denominata così per gli attuali proprietari), che rappresenta un raro esempio di abitazione signorile rurale in stile barocco e che per la sua unicità fu celebrata nel 1984 in un francobollo nella serie filatelica “le ville d’Italia” ed ammirata dalla delegazione europea nel tardo pomeriggio.
La floridezza delle ferriere stilesi, di cui scrive G. Fiore nella sua “Calabria Illustrata”, indusse i Borboni, regnanti del tempo, ad espandere l’attività siderurgica calabrese e, dopo un’attenta valutazione del territorio, la località prescelta per l’edificazione di una nuova ferriera fu “Mongiana”, più vicina a sbocchi commerciali e comunicativi come Serra San Bruno e Pizzo.
Un ulteriore impulso all’attività siderurgica di questo luogo avvenne quando i Borboni commissionarono la realizzazione di una fabbrica di canne di fucile, che sarebbe dovuta divenire erede della fabbrica d’armi presente nel territorio stilese sin dal 1746.
Nella nuova fabbrica vi operavano circa duecento armieri e vi si forniva l’artiglieria all’esercito borbonico (fra cui oltre il famoso fucile di precisione modello “Mongiana”, esposto al Museo del Louvre, 2000-3000 armi da fuoco con altrettante armi bianche, che potevano quadruplicarsi in caso di guerra).
Il continuo successo della fonderia e della fabbrica d’armi indusse nuovamente i Borboni alla realizzazione della “Ferdinandea”, una cittadella immersa nel bosco comprensiva di altiforni, stalle, chiese e appartamenti reali.
In questo enorme sito industriale tra il 1825 ed il 1828 furono, inoltre, realizzati i primi ponti sospesi in ferro: il “Real Ferdinando” sul fiume Garigliano ed il “Maria Cristina” sul Cadore; furono costruite le rotaie per la prima ferrovia italiana (seconda in Europa), la famosa “Napoli-Portici”.
La presenza, attorno alle ferriere, dei resti (e non solo) di veri e propri agglomerati abitativi delle famiglie delle maestranze e degli operai, il cui numero raggiunse, per Mongiana e Ferdinandea, la ragguardevole cifra di circa 1500 unità, costituisce forte testimonianza di un’indiscutibile rivoluzione industriale.
I restanti giorni sono stati dedicati alle scuole e all’Università per stranieri della città di Reggio Calabria e alla visita della Perla del Tirreno, cioè Tropea e alla sua provincia di Vibo Valentia, dove a Rombiolo, la delegazione è stata accolta dal Dirigente scolastico, il Sindaco, il Presidente della provincia nonché da Miss Peperoncino italiano che ha fatto dono a tutti i partecipanti di un ramo di peperoncini di ceramica.
I Visitatori sono rimasti estasiati dall’accoglienza, dalla Storia della Calabria e dalle buone pratiche della sua scuola tanto da far loro affermare pubblicamente che nonostante siano giunti un po’ prevenuti nei confronti del territorio calabrese sarebbero ripartiti “portando con loro un’immagine assolutamente positiva della Calabria …. e della sua meritata appartenenza all’Europa”.
“La sopravvivenza del passato nel presente” e “lo studio della istoria, ossia del passato dei popoli, è lo studio di quelle disposizioni e preparazioni su le quali deve innestarsi il futuro”, pertanto,
si può affermare che la Calabria ha dimostrato di aver conquistato quell’autocoscienza della sua potenza d’essere, del saper fare e del voler essere ( posse, nosse, e velle per dirla come l’illustre conterraneo Tommaso Campanella), in parole attuali del suo know-how, cioè ha dato prova, mediante l’azione educativa della scuola, di sapere come essere parte integrante ed integrata di quell’Europa,
“regione più amata dal cielo” e “Nazione delle intelligenze”, dove ogni diversità rappresenta una ricchezza e luogo in cui ormai “le discordi tradizioni delle genti” si sono strette “ad un patto di mutua tolleranza e di rispetto e d’amistà”, e si sono sottomesse “tutte al codice di una giustizia e alla luce d’una dottrina veramente universale” che “abita tutti i climi e parla tutte le lingue”.
di Cinzia Lamberti
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