Nei giorni 7 e 8 dicembre prossimi  si terranno nei territori dei Comuni di Carsoli, Sante Marie e Tagliacozzo, cerimonie ed incontri per ricordare ed onorare degnamente chi venne da lontano a dare la vita per la nostra dignità di Popolo e di Nazione.
Infatti l’8 dicembre del 1861 venne assassinato insieme ai suoi soldati il Comandante Legittimista José Borges, limpido e supremo esempio nella vita e nella morte di uomo ed ufficiale leale, coraggioso e determinato nella Fede e nell’Ideale Legittimista.
Diramiamo il programma dell’evento precisando che la Conferenza si terrà a Carsoli nella Sala Consiliare del Comune, alla presenza del Sindaco.
 
LA STORIA
 
Il giorno 8 dicembre del 1861, il territorio del Comune di Sante Marie, nei pressi di Tagliacozzo, fu teatro di un conflitto a fuoco tra un manipolo di uomini, guidati dal Comandante José Borges, ed un forte contingente di soldati piemontesi guidati dal maggiore Franchini. Non fu una isolata scaramuccia tra due eserciti, ma un vero e proprio scontro tre due mondi, tra due culture, tra due modi di concepire la società, la famiglia, la giustizia, la fede, la guerra. Uno dei tanti episodi di un conflitto epocale tra una dottrina emergente moderna, atea e capitalista voluta, disegnata e messa in atto dalla massoneria internazionale, contro l’antica civiltà contadina dei meridionali fondata sull’onore e su quei valori etici e morali propri della cultura rurale, ereditata della Magna Grecia.
Si disse che il Comandante José Borges fosse un brigante e, come tale, massacrato dai piemontesi insieme ai suoi fedelissimi compagni di sventura. Se per brigante si vuole intendere un delinquente comune, avvezzo a violenze gratuite, alle grassazioni, ai delitti ed alle ruberie, di certo Borges non fu questo. Anzi. Se, invece, per brigante si intende un partigiano pronto a difendere ed a sacrificarsi per la religione ed il trono dei Padri, per la propria cultura, per la famiglia e per l’antica economia rurale, allora certamente lo è stato e si riesce a spiegare come e perché un generale spagnolo di alto rango sociale, di squisita e raffinata cultura, fervente cattolico, un vero e proprio paladino degli oppressi e degli emarginati sia venuto a morire per un nobile Ideale. Continuare a scrivere nei libri della storia certe menzogne, oltre che ad uccidere per la seconda volta questo autentico eroe d’altri tempi, vuol dire rinnegare i principi di giustizia, equità, pace, fratellanza, libertà e fede cattolica a cui tutti noi facciamo riferimento e per i quali Borges ed i suoi uomini si sono immolati, senza esitare, con dignità ed onore.
Si disse e si dice che Borges e chi come lui, lottava contro l’unità d’Italia. Menzogne. I Savoia, impossessatosi dell’idea di Italia unita, si arrogarono il diritto di conquistare e di unire con la forza tutti gli antichi stati italici, ma ebbero il demerito di aver impedito, in questo modo, la nascita di una vera Italia unita, una nazione fondata sul rispetto e la concordia tra i popoli che avrebbe consentito la nascita di uno stato forte nella politica, nella cultura, nella economia, nell’esercito e nella pace sociale, fuori dai condizionamenti internazionali.
Ma ciò non era nei disegni massonici: occorreva conquistare, dividere nell’odio gli italiani e sottometterli al potere della “setta”. Ed ecco la sanguinosa e devastante conquista del Sud, la conseguente reazione armata dei contadini attraverso il brigantaggio, la feroce repressione delle rivolte popolari da parte dell’esercito piemontese, guidata dai più spietati e sanguinari generali che la nostra storia abbia mai conosciuto. Ecco gli eccidi di massa, la distruzione col fuoco e con le cannonate di interi villaggi e paesi, la profanazione di chiese e monasteri, il saccheggio di ogni ricchezza, mobile ed immobile dell’antico Regno delle Due Sicilie. Ed ecco, infine, l’esilio del legittimo Re Napoletano seguito dall’esodo biblico di milioni di Meridionali costretti ad abbandonare, per “terre assai lontane”,  una Nazione una volta ricca, florida e pacifica.
Il Comandante José Borges, così come migliaia di partigiani meridionali massacrati dalle truppe di occupazione piemontese, lottò contro quanto stavano subendo le Popolazioni Meridionali, non certo contro un’unità nazionale, la cui idea federale si era sviluppata proprio in quel Sud devastato, nella culla di quella civiltà rurale e mediterranea millenaria che, nonostante tutto e tutti, resiste ancor oggi sotto il peso di 150 anni di menzogne, sfruttamenti, immiserimenti ed abbandono.
 
Alessandro Romano