Inaugurato l’inceneritore di Acerra: discorsi ufficiali, soldati in alta uniforme, spumante e lacrime. Sul palco, in primo piano, ovviamente e com’è giusto che sia, il presidente Berlusconi, Bertolaso, Bassolino. Dicono che sarà un inceneritore eccezionale, che ci regalerà tanta energia, che sarà monitorato quotidianamente con un mega-display. Ma che cosa bruceranno ad Acerra? Se le quote della differenziata raggiunte dalle nostre parti restano comunque basse come basse, del resto, sono quelle del resto d’Italia, che cosa andrà a finire nel “mostro di Acerra”? E se una linea del nuovo inceneritore di Acerra sarà riservata alle famosissime “eco-balle” (6 milioni) depositate sul nostro territorio, cosa contengono quelle balle che secondo diverse inchieste giudiziarie tutto sono fuorché “eco”? E se è reato a Colleferro bruciare “materiali tossici”, perché, se si conferma che le balle non sono davvero “eco”, ad Acerra possono essere bruciate? Non entriamo nel merito delle ricerche scientifiche che sostengono la pericolosità di quegli impianti (anche se temiamo che possano essere tragicamente confermate, a cose fatte, tra qualche anno), ma se al centro delle stesse inchieste su inquinamento e sperperi legati all’affare-rifiuti negli ultimi anni ci sono stati alcuni personaggi a brindare su quel palco, come facciamo ad avere fiducia in tutta l’operazione? Chi ha gestito (male) la questione-rifiuti in questi anni? E chi la gestisce oggi e come? E come facciamo a sentirci tutelati e tranquilli? La gente non ha neanche più voglia di protestare. Neanche più la possibilità di farsi sentire o di fare domande. Ma è finita veramente l’emergenza in Campania?
di Gennaro De Crescenzo
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