Il Museo Civico Gaetano Filangieri, chiuso ormai da 10 anni, rischia l’estinzione per mancanza di fondi. Lo ha denunciato il suo direttore, Giampaolo Leonetti in una intervista a “Il Mattino” (25.7.2008). Lo scorso anno il Comune di Napoli ha perso, per ritardi nella presentazione del progetto, finanziamenti dell’UE per 2 milioni 311 mila euro destinati ai lavori di ristrutturazione di Palazzo Como ed alla sistemazione del Museo. Dal 2005 il Comune di Napoli stanzia progressivamente meno risorse per il Museo Filangieri: 250 mila euro nel 2005, 235 mila nel 2006, 195 mila nel 2007. Cifre minime anche per il bilancio del Comune. La vicenda del Museo Filangieri, che ospita importanti testimonianze borboniche, una collezione di dipinti di Ribera, Giordano, Vaccaro, rare collezioni numismatiche e di armi, e dispone di una biblioteca di 30 mila volumi, è emblematica del cosiddetto “Rinascimento” bassoliniano degli anni ‘90. Mentre si stanziavano enormi risorse per pseudo opere d’arte come la “Montagna di sale” di Mimmo Paladino, il mulino in ferro al Ponte di Tappia di Jannis Kounellis, o le teste di morto di Rebecca Horn (Natale 2002), e mentre si costituiva una potente lobby di artisti, critici d’arte e giornalisti, si diminuivano gli stanziamenti per le strutture culturali permanenti come i musei. Sono nati in città con finanziamenti soprattutto della Regione Campania, due musei di arte moderna, il Pan ed il Madre. Quest’ultimo, diretto dall’ex giornalista de “l’Unità” Eduardo Cicelyn, consulente artistico di Bassolino, costa da solo 8 milioni di euro all’anno. Il costo annuale del Museo Filangieri – secondo dati del suo direttore – è di 400 mila euro all’anno.
L. d. G.
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